Ora che Amazon ha ottenuto la licenza di operatore postale che cosa accadrà al settore delle spedizioni e per i consumatori italiani? La risposta è: nell’immediato, poco o nulla: per spedirci i pacchi a casa il colosso di Seattle continuerà ad avvalersi dei corrieri e di Poste Italiane.
Nel futuro, però, il quadro potrebbe cambiare. Tecnicamente Amazon potrebbe scegliere la strada dell’indipendenza, con una propria flotta e un proprio esercito di fattorini. Già oggi detiene una flotta di camion e aerei, seppure non nel nostro Paese, ma li utilizza solo come “piano B” in caso di emergenze. L’ingresso a gamba tesa nel mondo delle consegne di un colosso di questa entità sarebbe un bene o un male? Le associazioni di consumatori sono divise.
“L’autorizzazione da operatore postale per noi è una buona notizia per due motivi: Amazon regolarizza una posizione che fino ad ora era stata ibrida e poi perché, in quanto iscritto nell’elenco, potrà contribuire a finanziare Agcom nella sua attività di controllo del settore” è la posizione del segretario generale Adiconsum Andrea Di Palma.
Il contributo è quello stabilito dalla stessa Autorità: l’1,4 per mille dei ricavi derivanti dalle autorità postali.
La possibilità che Amazon entri sul mercato delle consegne è vista di buon occhio anche da Cittadinanzattiva: “Oggi la responsabilità dei corrieri, in caso di disservizi, è molto limitata. E anche la trasparenza è scarsa – spiegano dall’associazione – l’ingresso di un nuovo operatore che invece, su questi aspetti, è più attento, potrebbe incidere positivamente su tutto il settore”. L’importante, secondo Cittadinanzattiva è che lo faccia “aprendo una società con sede legale italiana e paghi le tasse nel nostro Paese, come fanno i suoi concorrenti”.
Ma davvero Amazon, sul medio-lungo periodo, si sbarazzerà di di Poste e dei tanti corrieri di cui si avvale? Secondo Di Palma è l’ipotesi è irrealizzabile. “Non riesco neanche a quantificare quanti corrieri dovrebbero assumere e quanti mezzi dovrebbero acquistare: sarebbe un’impresa pazzesca e non ne varrebbe neanche la pena: perché il colosso dell’e-commerce dovrebbe mettersi a spedire pacchi fino ai più remoti borghi italiani quando c’è qualcuno che lo fa al posto suo?”.
Se Adiconsum non ci crede, Federconsumatori considera invece la licenza “un primo passo”: “La prospettiva di Amazon è quella di occuparsi direttamente anche delle consegne – commenta il vicepresidente Andrea Pusceddu – ma questo non è necessariamente un male: un nuovo operatore che aumenti la concorrenza è un aspetto positivo per il consumatore. Quello che ci preoccupa è la possibilità che da concorrente, Amazon possa diventare un soggetto dominante”. Per scongiurare questo rischio, secondo Pusceddu, la nostra Agcom potrebbe non bastare più: “Parliamo di un soggetto che dall’e-commerce si sta espandendo ai servizi bancari, assicurativi e probabilmente anche postali: per controllare questi giganti servirebbe una Antitrust globale”.
Secondo molti l’azienda di Jeff Bezos è come un giano bifronte: da una parte offre un servizio di qualità, dall’altra tende ad approfittare della sua grandezza. “Diciamolo chiaramente: tra ritardi, pacchi scaraventati e danneggiati, oggi i corrieri sono il tasto dolente dell’e-commerce. Logico che Amazon possa ragionare sul fatto di gestirsi da solo tutta la filiera” spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. L’altra faccia della medaglia è “un atteggiamento auto-referenziale: Amazon non ha una cultura del dialogo né con i consumatori né con chi li rappresenta. Nel momento in cui questa società gestirà anche le spedizioni, come si comporterà con i clienti in caso di problemi o disservizi? Per questo, dal nostro punto di vista le preoccupazioni superano i lati positivi”.
Cosa fa Amazon adesso. Per il momento Amazon non possiede una flotta propria. Agcom non aveva multato la società perché consegnava la merce ai propri clienti (la cosiddetta attività dell“ultimo miglio” ma per un’attività che veniva fatta a monte.
Ed è la stessa società a spiegare quale: “Quando la merce arriva nei centri di smistamento più piccoli, di notte il nostro personale prepara le rotte che i corrieri dovranno seguire il giorno successivo – spiegano da Amazon Italia – in pratica gli forniamo il percorso migliore per poter consegnare più pacchi facendo meno strada possibile. Secondo Antitrust questa è già un’attività da operatore postale.
Federico Formica, Repubblica.it