Ceduti per 120 mln, gli immobili stimati da Rcs 200 mln
Insomma, già quando nel 2013 la Rcs MediaGroup guidata dal presidente Angelo Provasoli e dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane vendette la sede milanese di via Solferino al fondo Blackstone per 120 milioni di euro, l’allora azionista di minoranza Urbano Cairo, infuriato, scrisse una lettera a Provasoli stesso per chiedere lumi su una cessione a prezzo così basso.
Una volta diventato azionista di maggioranza di Rcs MediaGroup, nell’estate 2016, l’editore Cairo si occupò in primis di raddrizzare i conti della società, ma già nel 2017 iniziò a studiare il dossier Blackstone-Solferino: si fecero analisi su come avvenne la vendita, sul perimetro e sulla valutazione degli immobili. Il prezzo corretto avrebbe dovuto essere attorno ai 190-200 milioni di euro. D’altronde che 120 milioni non fosse l’effettivo valore dell’immobile, secondo le ricostruzioni di Rcs, è dimostrato dal canone di affitto del contratto pluriennale con cui Blackstone ha poi dato in locazione a Rcs gli spazi di via Solferino contestualmente all’acquisto del 2013: una rata di 10,3 milioni di euro all’anno, spropositata per un immobile da 120 milioni di valore (il cui rendimento avrebbe dovuto essere invece attorno ai 6 milioni di euro all’anno) e più congrua per un immobile da 200 milioni di euro.
Nel marzo del 2018 Rcs fece formalmente presente a Blackstone alcuni vizi relativi alla vendita del 2013.
Ma ovviamente è l’interesse di Allianz Real Estate, che nell’estate del 2018 si dice disponibile ad acquistare l’immobile di via Solferino per cifre attorno ai 250 milioni (oltre il doppio rispetto ai 120 milioni del 2013), che scatena le ire di Cairo e dei suoi legali. C’è una dura lettera di Rcs a Blackstone del 13 luglio, e poi, settimana scorsa, la richiesta di un arbitrato su Milano per verificare la nullità della vendita del 2013, seguita, pochi giorni dopo, dalla contestuale azione giudiziaria di Blackstone contro Rcs presso il tribunale di New York.
Rcs chiede la nullità della vendita poiché il prezzo di acquisto è stato più basso del valore reale, poiché il venditore era in un momento di estrema difficoltà, e poiché il compratore Blackstone era perfettamente a conoscenza di questa situazione. In sostanza, quindi, Cairo intende tornare in possesso dell’immobile, restituendo i 120 milioni della transazione 2013, al netto di eventuali danni.
Non sarà semplice ottenere ristoro. Tuttavia, anche se l’arbitrato dovesse dare torto a Rcs, e se Blackstone fosse quindi libera di tenere l’immobile o di venderlo ad Allianz o ad altri soggetti, Il Corriere della Sera resterà in via Solferino ancora per molti anni, forte del contratto di locazione a suo tempo firmato con il fondo americano e che prevedeva un’intesa di 9 anni +6. Ovvio, a scadenza dell’intesa, potrebbe accadere l’irreparabile: ovvero pure Il Corriere della Sera, dopo la Gazzetta dello Sport che ha già traslocato a fine 2014, sarebbe costretto a lasciare la sede storica di via Solferino per i più funzionali, e meno costosi, uffici di via Rizzoli. A quel punto anche il marchio Solferino, scelto per la nuova casa editrice di libri lanciata da Rcs nel 2018, perderebbe un po’ di senso.
Italia Oggi – Claudio Plazzotta