“L’idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l’anno non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto. Ma quando ho sollevato il problema, ho avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarmi”. E’ quanto dice il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, nella quale commenta la quota 100 che il governo vuole introdurre per modificare le modalità di accesso alla pensione. “A questo punto non vorrei si arrivasse a soluzioni incompatibili con le risorse accantonate. Noi all’Inps per primi ci troveremmo in una posizione difficile“, aggiunge Boeri.
Secondo il presidente dell’Inps, non funzionerebbe nemmeno una quota 100 una tantum nel 2019, “poiché ci sarà un meccanismo a finestre per il ritiro, il secondo anno costerà più del primo e di nuovo i conti non tornano. Una terza possibilità naturalmente è che si parta molto bassi imponendo criteri molto più stringenti che 38 anni di contributi e 62 di età. Ma se davvero si pensa di spendere molto meno nel 2019, perché ci siamo impiccati a un deficit del 2,4% che preoccupa i mercati e costerà molto in interessi sul debito?”, si chiede Boeri.