Tutte le opere si faranno. Il Mose, il Tap, il Terzo valico, la Pedemontana… Si va avanti. Punto». Ma la Tav, l’alta velocità Torino-Lione? «Lasciamo che finisca l’esame costi/benefici», Matteo Salvini, tra il pranzo con gli imprenditori brianzoli e Milan-Juve, parla alla Scuola di formazione politica della Lega ideata da Armando Siri. Nessun dubbio sulle altre grandi opere, e pazienza se in serata Luigi Di Maio, a Non è l’arena su La7, dirà che l’analisi costi/benefici «è in corso su tutte le opere». Ma sulla Tav Salvini non vuole incalzare: «Penso che alla fine si farà, in linea di principio sono per finire un lavoro che si è incominciato».
Certo, aggiunge, quella di sabato a Torino è stata «una bella manifestazione, che fa riflettere». Ma in ogni caso si andrà avanti come previsto dal contratto di governo, con l’aggiornamento dell’analisi costi/benefici che non è chiarissimo quando sarà pronta: «A breve arriverà, se c’è una cosa che nessuno vuole fare è il tiramolla». Salvini si lancia sulla necessità che «gente perbene e onesta scelga di gestire la cosa pubblica». Il vicepremier vuole elogiare la scuola di Siri ma, un po’ a sorpresa, arricchisce il concetto: «Attenzione che l’onestà non accompagnata dalla competenza è un disastro, è condizione necessaria ma non sufficiente. Se ho un medico onesto ma minga bun (mica buono) non ci vado». Insomma: «Per fare il ministro, il sindaco, l’amministratore, occorre anche competenza, che non significa otto titoli di studio». E chissà a chi il ministro pensasse.
In ogni caso, Salvini non ignora affatto che la stragrande maggioranza, o forse tutti, gli amministratori del suo partito sull’alta velocità ferroviaria ci contano, a partire dai governatori Attilio Fontana e Luca Zaia. Così come, però, non ignora alcune criticità. Per esempio, il fatto che la Tav tra Venezia e Trieste già sia stata bloccata. Lo ha rivendicato lo scorso ottobre l’ex presidente Debora Serracchiani (Pd): «L’invasiva Tav Venezia-Trieste è sparita da anni e con il governo di centrosinistra, ma i M5S oggi la spacciano come novità che è merito loro: bugiardi».
In ogni caso, nessuna fuga in avanti da parte di Salvini: con i partner di governo «io faccio gioco di squadra. Anche oggi mi sono messaggiato con il ministro Bonafede, domani (oggi per chi legge) vedrò il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio». Di certo, la corrente di pensiero secondo cui sulla Tav si potrebbe rallentare perché anche i francesi avrebbero frenato sulla realizzazione della Torino-Lione, deve essere arrivata anche in Francia. Il ministro dei Trasporti di Macron, Elisabeth Borne, incontrerà oggi l’omologo italiano, Danilo Toninelli: «Se ha domande sull’impegno della Francia, questa è l’occasione di rassicurarlo» ha detto il ministro. Mentre il match tra Lega e Bruxelles continua: «Entro domani — ha ricordato Salvini — dobbiamo scrivere ‘sta lettera all’Europa. La letterina la capisco per Babbo Natale, non per Juncker… Babbo Natale è più vero di Juncker, mangia castagne è beve vin brulé, ma solo un pochino». Quanto alla manovra, «è quella e non si tocca. Ma di certo, se devo mettere 1, 2 o 3 miliardi in più per sistemare il mio territorio, io ce li metto».
Marco Cremonesi, Corriere.it