Il veicolo, sviluppato anche grazie ai fondi stanziati dal governo britannico, ha affrontato senza pilota svincoli, semafori e rotonde
Nel prossimo futuro la tecnologia di guida autonoma sarà un accessorio di lusso indispensabile sulle automobili più blasonate: lo sa bene Land Rover. Il costruttore ha rivelato che l’autopilota installato a bordo di un prototipo di Range Rover Sport ha completato il primo giro autonomo del “Ring Road of Coventry”, un anello di strade lungo 3,6 km, che circonda il centro della città sede del marchio, nel Regno Unito. Il cervellone al volante della vettura è stato impegnato in una serie di cambi di corsia, immettendosi nei flussi di traffico e imboccando vari svincoli, con un limite di velocità di 65 km/h. Manovre rese possibili da una componentistica che include cruise control attivo – mantiene automaticamente velocità di marcia e distanza di sicurezza – nuovi sensori di navigazione, radar e lidar (telerilevamento laser). Un corredo tecnico capace di gestire rotatorie, semafori, pedoni, ciclisti e altri veicoli. E, naturalmente, parcheggiare il veicolo da solo. “La Ring Road a Coventry è nota per la complessità dei raccordi e degli svincoli. Presenta condizioni molto impegnative, specialmente nelle ore di punta”, spiega in una nota ufficiale Mark Cund, Jaguar Land Rover Autonomous Vehicle Research Manager: “Il nostro veicolo autonomo non risente della pressione, della frustrazione o della stanchezza che possono far parte dell’esperienza di chi guida, e perciò è in grado di trasformare una situazione potenzialmente stressante in una condizione completamente rilassata”. Il test rientra nell’ambito del progetto triennale UK Autodrive, finanziato dal governo britannico per 20 milioni di sterline e che termina questo mese. Fra le tecnologie sviluppate dai tecnici del gruppo Jaguar Land Rover nell’ambito dell’UK Autodrive è presente anche una che, al fine di ridurre i consumi di carburante, utilizza internet per interconnettere fra loro veicoli e infrastrutture come, ad esempio, i semafori. Ne risulta una costante comunicazione di dati che consente di gestire meglio acceleratore e freni dell’auto e ne migliora l’efficienza complessiva.
Omar Abu Eideh, La Stampa