Il timing è curioso e segnala l’auspicabile convergenza tra l’interesse pubblico e quello privato nel comprendere le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Proprio mentre il governo sta lavorando alla creazione di un gruppo di esperti sul tema valutando l’assunzione di alcuni profili al ministero dello Sviluppo una multinazionale come Microsoft fa un passo in più. Ha deciso di investire 100 milioni di euro nei prossimi tre anni «in programmi di formazione, aggiornamento e riqualificazione delle competenze in linea con le nuove tendenze tecnologiche e le richieste del mercato del lavoro», dice Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia. La stella polare del ragionamento è ciò che gli esperti chiamano «mismatch» tra le competenze richieste dalle aziende e quelle a disposizione dei giovani candidati. Un recente rapporto della Commissione europea ha denunciato il rischio di non coprire quasi un milione di posti di lavoro nella filiera digitale da qui ai prossimi anni. «L’Italia — registra Candiani — potrebbe non trovarne 150mila perdendo il treno della competitività».
Per questo la top manager ha deciso di costruire «Ambizione Italia», un progetto per accelerare la trasformazione digitale nel nostro Paese, per la verità in ritardo anche per oggettivi problemi tecnologici per i (carenti) investimenti sulla banda larga a cui gli operatori di telecomunicazione stanno cercando faticosamente di porre rimedio. Candiani rileva che mancano analisti di dati e programmatori di applicazioni e linguaggi. Latitano anche gli operai specializzati nella gestione di macchine complesse per l’automazione industriale. Per questo Microsoft Italia, sfruttando l’abbrivio dei suoi investimenti, sta sviluppando con la multinazionale del lavoro Adecco una piattaforma aperta per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. A breve verrà lanciata sul mercato un’applicazione scaricabile da smartphone, chiamata Phyd, per aiutare «chiunque vi acceda ad orientarsi nel proprio percorso formativo professionale e personale, sviluppando nuove competenze e aggiornando quelle già in possesso», racconta Andrea Malacrida, country manager di Adecco in Italia. La piattaforma a regime si gioverà anche degli strumenti del social network professionale LinkedIn che già usa l’intelligenza artificiale per offrire ai selezionatori di personale l’accesso on demand ai dati (e alle informazioni) sempre più dettagliate su un’infinità di potenziali candidati. Né Candiani, né Malacrida credono alle profezie di sventura dei neo-luddisti tecnologici che profetizzano un’ecatombe di posti di lavoro con l’uso sofisticato della robotica. E osservano con diffidenza anche l’annuncio di misure universalistiche di sostegno al reddito che hanno la ratio di compensare i possibili effetti distorsivi provocati dal progresso. Basterebbero le politiche attive.
Fabio Savelli, Corriere della sera