Un’enciclopedia cartacea? Ma si pubblicano ancora, nell’era di Internet e di Wikipedia? Certo, soprattutto se l’autore si chiama Mauro della Porta Raffo e se il contenuto è decisamente originale, per meglio dire unico. In 2300 pagine, sette chili di peso e quattro volumi dal titolo biblico, Nel mentre il tempo si va facendo breve, il giornalista e scrittore varesino, che per decenni ha messo la propria firma su quotidiani e periodici ha raccolto temi storici, geografici, politici, d’attualità, di cultura, di varia umanità che rappresentano proprio una summa di erudizione dalla quale ciascuno, anche solo per proprio piacere, può ricavare una quantità e qualità di informazioni costantemente in divenire. Lo stesso autore ha infatti già annunciato una nuova edizione riveduta e ampliata. La presentazione è avvenuta ieri pomeriggio nel Salone Estense alla presenza del sindaco Davide Galimberti e di giornalisti e non solo coordinati da Massimo Lodi. Con una grande varietà di commenti da parte di chi ha raccolto l’invito a prendere posto al tavolo dei relatori Per Claudio Bonvecchio si tratta di «distillati del sapere di un intellettuale del Settecento prestato a quest’epoca di povertà culturale»; Giorgio Dell’Arti ne ha parlato come di una «raccolta poetica ordinata secondo un ordine tutto da scoprire»; secondo Gianfranco Fabi siamo davanti «a un libro vicino al linguaggio comune che si priva anche delle maiuscole e, quindi, democratico»; Cesare Lanza l’ha definita «opera un po ‘ mostruosa e un po ‘ geniale»; il fratello Silvio Raffo ha apprezzato il titolo poetico, meno la definizione di dizionario preferendole quella di «zibaldone caleidoscopico». E poi Memo Remigi, Francesco Salvi e, in sala, tanti affezionati lettori del “Gran Pignolo” , capace come sempre di graffiare, coinvolgere, appassionare con il suo stile arguto e leggero al tempo stesso, ma anche di spaziare su tutto lo scibile umano, dalla religiose alla storia, dalla letteratura allo sport, dal costume alla cronaca. In più, ciliegina sulla torta di un lavoro che ha meritato la presentazione arguta di Vittorio Sgarbi, come introduzione “filosofico-letteraria” Mauro della Porta Raffo ha inserito un raccontino scritto in punta di penna, la storia breve di un anziano alle prese con una barca a remi: ” Fu solo quando finalmente raggiunse il canneto che il vecchio si girò indietro, verso l’altra sponda” . Un’autobiografia nemmeno tanto mascherata? Chissà.
Riccardo Prando, La Prealpina