Prima gli svizzeri. La Svizzera sta pensando di chiudere definitivamente le frontiere ai lavoratori provenienti dall’Unione europea. È quanto prevede una proposta di legge di iniziativa popolare, depositata oggi presso la Cancelleria federale, intitolata “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)”, che punta ad annullare la libera circolazione delle persone con l’Ue. Secondo Udc e Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (Asni), promotori dell’iniziativa, sono state raccolte quasi 119.000 firme. Il testo prevede che la Svizzera regoli in maniera autonoma l’immigrazione degli stranieri, impedendo ogni nuovo trattato di obbligo internazionale per la libera circolazione. Se l’iniziativa venisse accettata dagli svizzeri, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell’accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall’intesa nel mese successivo, col rischio di far cadere l’insieme degli accordi bilaterali. A motivare l’iniziativa, ha sioegato il presidente democentrista Albert Rösti, l’andamento dell’economia svizzera, che è vero che sta andando a gonfie vele, nonostante la crisi europea e l’indebolimento dell’euro, ma il prodotto interno lordo pro capite non è aumentato, la disoccupazione è elevata e i salari sono in calo o al limite stagnanti, in particolare nelle regioni di confine. Questi dati negativi sono dovuti in primo luogo alla libera circolazione delle persone con l’Ue e i suoi 500 milioni di abitanti: gli alti salari elvetici, spiegano quelli dell’Udc, provocano l’arrivo in massa di manodopera straniera che fa scendere le remunerazioni. Gli stranieri ne approfittano, ma gli svizzeri ci perdono. Oltretutto, a perderci sono anche gli stranieri che già vivono in Svizzera, spiega la consigliera nazionale Udc Sandra Sollberger (BL). Vengono infatti sostituiti da lavoratori a basso costo. Senza contare che i contribuenti devono accollarsi le spese dei giovani che non riusciranno a trovare impiego.
ItaliaOggi