L’ultimo record spetta a Bologna: a due settimane dall’arrivo di Mobike, il servizio privato di bike sharing approdato in città a fine giugno, erano già 80 mila i chilometri percorsi dai “mobikers” e 38 mila gli spostamenti effettuati. Ma il boom della mobilità condivisa su due ruote tocca altre grandi città italiane: da Torino a Firenze, da Milano a Roma. Sotto la Madonnina i cittadini possono scegliere tra quattro diversi gestori, mentre a Firenze si parla di inserire un sistema di multe contro la sosta selvaggia delle bici condivise.
Un trend che mostra come a oltre due secoli di vita la due ruote viva in Italia una seconda giovinezza, grazie anche all’esplosione della mobilità condivisa, apprezzata soprattutto nei centri storici delle città del Nord.
Secondo l’ultimo Rapporto nazionale sulla Sharing Mobility nel 2017 il bike sharing italiano è primo in Europa per diffusione, con 39.500 bici a disposizione degli utenti in 265 Comuni.
Tra il 2016 e il 2017 il fenomeno è cresciuto del 147 per cento, anche se più di 2/3 delle bici circola solo in 4 città: Milano (44 per cento, con 16.660 mezzi circolanti), Torino (13 per cento), Firenze (8 per cento), Roma (5 per cento).
Un esercito a pedali a cui si aggiungono le biciclette private, anch’esse in continua crescita. Il rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città, realizzato da Legambiente in collaborazione con VeloLove e Grab+ rileva che tra il 2008 e il 2015 sono stati realizzati 1.346,1 chilometri di piste ciclabili, e che gli italiani che pedalano da casa a lavoro sono 743mila, con percentuale elevatissime nella provincia autonoma di Bolzano (13,2 per cento), in Emilia Romagna (7,8 per cento) e in Veneto (7,7 per cento).
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