Lo scrittore Roberto Saviano è indagato dalla procura di Roma per il reato di diffamazione in relazione alla denuncia presentata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, il 19 luglio scorso. In base a quanto si apprende l’iscrizione viene definita come «atto dovuto».
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha presentato una denuncia nei confronti dello scrittore Roberto Saviano per il contenuto di alcuni post su Facebook, ritenendoli lesivi «della reputazione del sottoscritto e del Ministero dell’Interno stesso». Nella querela per diffamazione a mezzo stampa si fa riferimento a un post pubblicato il 12 giugno scorso, in cui Saviano parlava della questione legata alla sua scorta, e a uno del 22 giugno, in cui per la prima volta lo scrittore definiva il leader leghista «ministro della Malavita». Nell’atto Salvini fa notare come la questione abbia avuto un forte impatto mediatico sulla stampa nazionale e straniera e si sottolinea come le dichiarazioni siano «al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica, non potendosi certo parlare di diritto di cronaca, in quanto vi è una gratuita aggressione alla mia persona – si legge -, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle iniziative amministrative poste in essere dal Gabinetto a cui appartengo». «Viene adombrata l’ipotesi da parte del Saviano – si legge ancora nell’atto – che gli venga tolta la scorta quale motivo di ritorsione politica e che ciò costituisca una minaccia da parte di chi viene definito «ministro della Malavita» che userebbe «parole da mafioso».
Corriere.it