Il ministro riferisce in Parlamento e chiede poteri sul cambio per la Bce
Secondo il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, l’Italia deve essere “pronta a tutto”. Questo è – a suo dire – il succo del famoso ‘piano B’, quello dell’alternativa all’euro.
In una sessione congiunta delle commissioni parlamentari sulle politiche Ue, Savona ha spiegato la sua posizione all’interrogativo sull’uscita dell’Italia dall’Eurozona: “Potremmo trovarci in una situazione nella quale non saremo noi a decidere, ma saranno altri. Per questo dobbiamo essere pronti a ogni evenienza”. Sulla possibilità di un piano B per l’abbandono della moneta unica, ha aggiunto: “Una delle mie case, Banca d’Italia, mi ha insegnato che non ci si deve preparare a gestire la normalità, ma l’arrivo del cigno nero, lo shock. La mia posizione del ‘piano B’, che ha alterato la conoscenza e l’interpretazione delle mie idee, è essere pronti a ogni evento”.
Savona ha poi commentato l’impennata dello spread registrata a maggio, quando intorno al suo nome si avvitò la crisi istituzionale: “Lo spread sarebbe salito a 250 punti perchè in Italia hanno votato Lega e M5s? Alcuni hanno dato addirittura la colpa a me…sarei felice di governare lo spread, lo farei in senso opposto ma non coinvolgetemi in queste banalità sono banalità irrilevanti, io non rappresento nessuno”. Savona ha anche annunciato un incontro in Bce: “Mi recherò da Draghi appena terminato questo incontro. Prima volevo che la mia azione godesse della legittimazione democratica”.
E proprio per il governatore ha invocato poteri maggiori: “Se alla Bce non vengono affidati compiti pieni sul cambio, ogni azione esterna all’Eurozona si riflette sull’euro senza che l’Unione europea abbia gli strumenti per condurre un’azione diretta di contrasto. L’assenza di pieni poteri della Bce sul cambio causa una situazione in cui la crescita dell’economia dell’eurozona risulta influenzata, se non determinata, da scelte o vicende che accadono fuori dall’Europa”.
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