Nove italiani su dieci sono stati punti da un insetto almeno una volta nella vita. Si stima che otto persone su cento possono sviluppare una reazione allergica senza essere a conoscenza delle conseguenze, che solo in casi più rari diventa choc anafilattico.
Un problema importante, tanto che anche quest’anno è stata lanciata la campagna d’informazione Punto nel Vivo.
Gli imenotteri sono una famiglia che comprende oltre centomila specie di insetti. Quelli a cui stare particolarmente attenti, perché possono scatenare reazioni allergiche sono api, vespe e calabroni. In caso di puntura di ape, ad esempio, si consiglia di rimuovere subito il pungiglione con un oggetto dal bordo sottile, evitando di non far esplodere il sacco velenifero che contiene. Lavare subito con acqua e sapone e refrigerare la parte interessata.
Se la zona punta si gonfia per 2 o 3 centimetri si può ricorrere a una crema cortisonica, usando pure del ghiaccio. Se supera i 10 cm, dura oltre 24 ore e prude, si può usare un antistaminico ed è utile recarsi al pronto soccorso o all’allergologo. Se si avverte una reazione generalizzata con sintomi respiratori e cardiocircolatori invece bisogna correre al pronto soccorso prima possibile. Tra i consigli da mettere in valigia ci sono gli stick a base di ammoniaca che hanno un effetto lenitivo e anti-urticante.
Quando si ha una reazione allergica più importante, estesa e pruriginosa è necessaria una crema cortisonica o un antistaminico.
Gli imenotteri sono attratti dai profumi, perciò è fondamentale utilizzare creme solari inodore.
«Anche i bambini, come gli adulti, possono essere a rischio di reazioni allergiche a seguito della puntura di insetti, quindi vanno trattati con l’immunoterapia specifica», dichiara il professor Elio Novembre, direttore del dipartimento di Allergologia dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze.
Il Messaggero