Il capo dello Stato: “Non cedere all’emotività, gli arrivi nel Mediterraneo sono diminuiti dell’85 per cento”. Il cancelliere austriaco Kurz: “Condividiamo con la Germania l’obiettivo di rimandare i migranti verso il Paese di primo ingresso”. Ma il ministro dei Trasporti avverte sui rischi per il commercio in caso di blindatura dei confini con l’Italia. A luglio e settembre controlli reintrodotti per 5 giorni
Un allarme sulla tenuta dell’Europa legato allo scontro sui migranti. Per il secondo giorno consecutivo il presidente Sergio Mattarella, in visita nei Paesi baltici, parla di immigrazione. E lo fa con toni preoccupati e fermi. “È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei”, dice il capo dello Stato rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Tallinn sulla possibile chiusura dei confini dell’Austria come reazione all’arrivo di migranti. E precisa: “Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen“. Una difesa a spada tratta di quella libera circolazione sul territorio europeo che è uno dei capisaldi dell’Unione. Ma non basta. Mattarella chiedere di non dare al fenomeno risposte emotive. E lo fa fornendo cifre precise: “Da metà del 2017 a metà del 2018 gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell’85%, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, razionalità senza cedere all’emotività”. Come dire, non c’è alcuna emergenza in atto.
VIENNA: “D’ACCORDO CON BERLINO SUI RESPINGIMENTI”
L’invito all’equilibrio del capo dello Stato arriva mentre da Vienna il cancelliere Sebastian Kurz torna sulla politica dei respingimenti promossa in Germania dall’alleato Seehofer, ministro dell’Interno e grande rivale di Angela Merkel. E il ministro dei Trasporti, Norbert Hofer, parla di disastro economico in caso di chiusura al Brennero. “L’Austria – dice Kurz – condivide con la Germania l’obiettivo di respingere i migranti verso il Paese di primo ingresso dove sono stati registrati”. In pratica, la linea che più può danneggiare l’Italia proprio da parte dei due politici – Kurz e Seehofer – considerati alleati naturali di Salvini nell’Internazionale sovranista. “Ora vediamo cosa vuole fare Berlino poiché non è ancora chiaro. In ogni caso non chiuderemo alcun accordo che appesantirà la pressione sull’Austria”, aggiunge Kurz. Insomma, Vienna non è disposta a pagare le conseguenze della stretta sui migranti decisa dal governo tedesco. Già ieri, d’altra parte, l’Austria aveva annunciato la blindatura dei confini al Brennero. E proprio sul Brennero, arriva l’allarme del ministro dei Trasporti austriaco, Hofer: “In termini economici, ripristinare icontrolli al Brennero, sarebbe certamente un disastro”. E stima una rimessa “di cento euro per ogni camion” che sceglie un percorso alternativo. Ma intanto l’Austria fa saper che introdurrà i controlli alle frontiere con Italia, Brennero in particolare, e Germania per cinque giorni a luglio, dal 9 al 13, e a settembre dal 17 al 21. Ad affermato oggi un portavoce del ministero dell’Interno a Vienna spiegando che “si tratta di una misura programmata da tempo” e quindi “non in risposta alla Germania sulla problematica dei migranti”. Già domani Seehofer sarà a Vienna per incontrare il cancelliere Kurz. Il portavoce di Seehofer fa sapere che il ministro sta programmando accordi con i Paesi europei proprio per il ritorno nei Paesi di primo arrivo. Intanto, tornando al governo italiano, Luigi Di Maio attacca ancora una volta la Francia. “I paesi che si stanno rifiutando di prendere quote di immigrati che arrivano dal Sud del mondo non sono un modello. Ma non lo sono paesi come la Francia che fingono di essere solidali e poi ci respingono gli immigrati a Ventimiglia e chiudono i porti. C’è tanta ipocrisia”, ha detto il vicepremier.
IL PAPA: “UNA MESSA PER I MIGRANTI”
Sul fronte della solidarietà, il Papa torna a far sentire la sua voce. Venerdì prossimo, 6 luglio, alle 11 Francesco celebrerà una Messa per i migranti nella Basilica di San Pietro. La messa coincide con il quinto anniversario della visita di papa Francesco a Lampedusa (8 luglio 2013). “Sarà un momento di preghiera per i defunti, per i sopravvissuti e per coloro che li assistono. È prevista la presenza di circa 200 persone, fra i quali rifugiati e persone che se ne prendono cura”, spiega il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke.
Repubblica.it