Polizia ed esercito austriaco si sono esercitati al confine con la Slovenia per il controllo delle frontiere. Dall’inizio di questa mattina, circa 500 poliziotti e 220 membri dell’esercito hanno realizzato un addestramento congiunto nei pressi del varco di frontiera di Spielfeld. E l’obiettivo dell’addestramento era soltanto uno: testare le capacità di gestione di un afflusso in massa di immigrati.
Alle esercitazioni hanno preso parte anche due elicotteri Black Hawks e sono stati mobilitati anche diversi mezzi militari. Non si è trattato quindi di un semplice addestramento di pubblica sicurezza, ma uno scenario quasi di guerriglia. Come descritto dalle agenzie locali, l’addestramento prevedeva l’utilizzo di allievi poliziotti che interpretavano i migranti che chiedevano di aprire le frontiere dietro le barriere al confine con la Slovenia.
Uno scenario non troppo distante dalla realtà. Tutti ricorderanno le immagini delle prime grandi ondate di profughi sulla rotta balcanica, quando centinaia, se non migliaia di persone, si lanciavano contro le barriere dei Paesi della regione per entrare nel loro territorio. Quelle scene sono rimaste impresse nella mente di molti cittadini della regione, anche degli austriaci, che non si fidano delle capacità della Slovenia di fermare il flusso. Il 2015 non è lontano e il rischio che i flussi aumentino è sempre presente.
“Uno Stato che, se necessario, non può proteggere le frontiere in modo efficace, perde credibilità”, ha dichiarato il ministro dell’Interno austriaco, Herbert Kickl, che ha supervisionato la simulazione congiunta di polizia e militari insieme al ministro della Difesa, Mario Kunasek. I due ministri sono entrambi membri dell’Fpo, il partito di destra che partecipa alla coalizione di governo del cancelliere Sebastian Kurz.
Kickl ha anche aggiunto che la difesa dei confini non è una cosa “disumana né oscena”, ma è quello che chiedono i cittadini. Un messaggio chiaro, accolto da tempo dallo stesso cancelliere austriaco. Kurz ha sempre portato avanti una linea molto dura riguardo alla difesa delle frontiere. E queste esercitazioni sono il simbolo del fatto che l’Austria abbia intrapreso una politica tesa totalmente verso la tutela delle frontiere.
A conferma della netta virata di Vienna verso la protezione di propri confini contro l’arrivo di una nuova ondata migratoria, è arrivato l’annuncio del ministero dell’Interno austriaco della creazione di una nuova “unità di protezione delle frontiere”. L’unità è stata soprannominata “Puma” e conta circa 600 agenti di polizia. Si tratta di una vera e propria forza speciale pensata per potere essere mobilitata e schierata nell’arco di 24 ore per “proteggere un valico di frontiera” nel caso di un assalto di migliaia di migranti al confine.
L’obiettivo di questa forza è chiaramente anche politico. Kurz sa che può fare leva su un sentimento comune all’interno della popolazione austriaca di poca fiducia nei suoi vicini balcanici ma anche di una certa preoccupazione di fronte a nuovi arrivi di migranti. Il cancelliere manda un messaggio ai suoi cittadini, così come alla Slovenia, spesso accusata di non aver fatto il suo dovere nella gestione dei flussi.
Ma è anche un segnale da mandare all’Unione europea, che sul tema migratorio si sta spaccando in maniera quasi irreversibile. Una certa Europa, quella che vuole la protezione dei confini, è pronta a dare battaglia in sede europea: e il fronte sta aumentando.
Lorenzo Vita, il Giornale