Si chiamerà Scout anche se è alle fasi iniziali di sviluppo. Una sfida a Siri & co e, d’altra parte, un modo per mettere a frutto la fiducia degli utenti rispetto agli standard riservati alla privacy
Un browser a comando vocale. Non che non sia già possibile, servendosi dei vari assistenti digitali integrati ormai nei più vari gadget, fare ricerche servendosi della voce. Tuttavia Mozilla starebbe lavorando a una piattaforma proprietaria in grado di esplorare il web senza un tocco. Il nome in codice dovrebbe essere Scout, che secondo delle note trapelate da un incontro interno dovrebbe servire a esplorare “la navigazione e la fruizione di contenuti attraverso la voce”.Al momento, ovviamente, non è affatto chiaro cosa si potrebbe fare col nuovo prodotto del gruppo di Firefox (a proposito, presto anche in realtà aumentata e virtuale). Se sarebbe cioè in grado solo di realizzare delle richieste di ricerca o magari spingersi più in profondità, leggendo un articolo o altro e aiutando a compilare moduli e form elettronici. In ogni caso ci sarà tempo per lo sviluppo: il progetto sarebbe ancora allo stadio iniziale. Negli incontri dei mesi scorsi si è discusso “dell’architettura e dei componenti chiave per implementare una piattaforma vocale, le capacità richieste e le sfide di lavorare a partire dalle piattaforme esistenti”.Un portavoce di Mozilla ha nel frattempo spiegato che le conferenze interne, come quella in cui è stata illustrata Scout, servono a impostare i progetti per il futuro: “Sappiamo che c’è grande attesa per quelli all’inizio ma torneremo a parlarne quando avremo qualcosa di più in mano, a una fase di sviluppo più avanzata”. In ogni caso, secondo il sito Cnet, si dovrebbe trattare proprio di un browser a controllo vocale che da una parte si inserirebbe appunto nell’affollato scenario delle assistenti digitali, da Siri al Google Assistant passando per Alexa e Cortana o per le nuove frontiere di Viv, dall’altra integrandosi direttamente nella propria applicazione. Il pedigree molto attento alla privacy di Mozilla, fra l’altro, renderebbe l’interazione vocale online – ricca di spunti, dati, informazioni e preferenze personali – più al sicuro.
Simone Cosimi, repubblica.it