Portogallo delle mie brame (fiscali). La patria di Cristiano Ronaldo, scalzando Malta, è il Paese verso cui è più cresciuto il numero di italiani che si cancellano dall’anagrafe dei residenti (Aire) per trasferirsi all’estero. E in generale il trend, come emerge dalla ormai consueta ricognizione di ItaliaOggi (si veda ItaliaOggi del 18/5/2017) non accenna a diminuire. I dati del ministero dell’interno, che ItaliaOggi propone in esclusiva, mostrano che al 31 dicembre 2017 i nostri connazionali diventati cittadini del mondo sono più di 5 milioni, in crescita rispetto alla precedente rilevazione (+2,85%). Un dato complessivo che se confrontato con gli altri anni, quando il flusso verso l’estero era vicino al 4%, è in calo. Ma che pare comunque non fermarsi. In termini di crescita percentuale di trasferimenti rispetto al 2016, in testa c’è il Portogallo (oltre il 33% in più, si veda tabella in pagina) seguito da Malta, Irlanda e Bulgaria, con incrementi tra il 20 e il 10%. L’unico in controtendenza, tra i paesi selezionati da ItaliaOggi come mete preferite dagli italiani, è il Canada. Il paese guidato da Justin Trudeau ha visto approdare meno italiani nel 2017 rispetto all’anno precedente. Ricordiamo che l’articolo 2 del Tuir prevede che si considerano in Italia le persone fisiche che per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni sui 365), anche non continuativamente, siano iscritte all’anagrafe residenti e abbiano in Italia il domicilio e la residenza. Agenzia delle entrate e Guardia di finanza hanno sempre avuto gli occhi puntati sui cosiddetti falsi residenti, coloro che per motivi di pianificazione fiscale aggressiva hanno trasferito fittiziamente la residenza in uno dei paesi con una fiscalità considerata di vantaggio. In particolare la Gdf ha fornito con la circolare 1/2018 una serie di elementi che vanno a configurare per gli 007 del fisco indizi di elusione fiscale di residenza: la disponibilità di una abitazione permanente; la presenza della famiglia; l’accreditamento di propri proventi dovunque conseguiti; il possesso di beni anche mobiliari; la partecipazione a riunioni d’affari; la titolarità di cariche sociali; il sostenimento di spese alberghiere o di iscrizione a circoli o club; l’organizzazione della propria attività e dei propri impegni, anche internazionali, attraverso soggetti operanti in Italia.
Cristina Bartelli, ItaliaOggi