La divisa virtuale scende sotto quota 6.500 dollari. L’esperto: “Molte persone hanno acquistato a valori superiori e stanno ora cercando di uscire”
Non si apre il paracadute del Bitcoin, la valuta digitale al centro di forti vendite dopo che nel fine settimana è emerso un tentativo di hackeraggio ai danni di una piattaforma della Sud Corea, nella top 100 per volumi ma non certo un colosso del settore.
Il prezzo della criptomoneta è arrivato martedì fin sotto 6.500 dollari, confermando la perdita di oltre la metà del valore da inizio anno. A dicembre, per intendersi, si era toccato un picco di quasi 20mila dollari Bitcoin, al culmine di una corsa del 1.400 per cento che aveva caratterizzato il 2017, quando sembrava che il Bitcoin dovesse non fermarsi mai.
“Non credo che” le vendite di questi giorni “siano così correlate a qualche notizia, quanto piuttosto siano un trend generale di ribasso dopo la corsa” dell’anno scorso commenta Kyle Samani, managing partner dell’hedge fund Multicoin Capital, con sede in Texas e specializzato proprio sul comparto. “Molte persone che avevano magari acquistato a 9mila dollari in aprile, si stanno rendendo conto che probabilmente non torneranno in pari in breve tempo e quindi stanno piuttosto cercando di uscire” dall’investimento virtuale, limitando le perdite.
A dire il vero, sulle criptovalute c’è stata una infilata di notizie cattive che hanno alimentato le perdite, anche se certo come dice lo specialista non spiegano tutto. Prima della vicenda della sudcoreana Coinrail, erano state le strette delle autorità di mezzo mondo a preoccupare. In maggio, era cresciuta anche l’attenzione del governo quando il Dipartimento di Giustizia americano aveva aperto un dossier sulle possibili irregolarità nel trading per manipolare i prezzi. Fattori che – insieme alle parole al vetrolio di guru come Bill Gates o Warren Buffett – hanno minato l’appeal del Bitcoin e delle altre criptovalute.
Repubblica.it