L’americana Boston Public Library ha recentemente messo online – in altissima risoluzione – la sua collezione di 82 stampe dell’incisore e grafico olandese M.C. Escher, l’artista “del geometrico”. L’estrema precisione delle scansioni permette di esaminare – sempre online – i più minuti dettagli delle opere. Sono visibili qui.
La storia personale di Maurits Cornelis Escher (1898-1972) – “Mauk” per gli amici – è di quelle che dà grande soddisfazione per quanto fosse disgraziato da studente. Bucò regolarmente tutte le materie e dovette ripetere più anni interi. Nemmeno la sua già evidente perizia artistica era particolarmente ammirata. “Escher è troppo ostinato, troppo filosofico-letterario: al ragazzo mancano vivacità e originalità, è troppo poco artista”, secondo un giudizio di allora.
Oggi è noto particolarmente per le sue stampe delle “costruzioni impossibili”, opere che uniscono elementi architettonici e illusioni ottiche per rappresentare con generosità di dettaglio edifici plausibili ma del tutto improponibili nella geometria del mondo esistente. Diventò molto noto a livello mondiale a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, forse non a caso l’epoca in cui iniziarono a guadagnare bene gli scienziati, matematici e tecnici che ammirarono particolarmente la sua produzione.
Escher trovò misterioso l’entusiasmo dei tecnologi per le opere, ammettendo più tardi che: “Non una volta mi diedero una sufficienza in matematica … La cosa buffa è che, a quanto pare, io utilizzo teorie matematiche senza saperlo. No, ero un ragazzo gentile e un po’ stupido a scuola. Immaginatevi adesso che i matematici illustrano i loro libri con i miei quadri!”
Sopra, un’eccentrica compenetrazione del mondo esterno e interno in una sua incisione sul legno del 1937. L’opera segna la conclusione della sua lunga permanenza romana.
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