Nella complicata vicenda della mancata conversione delle Lire in Euro a causa della prescrizione con effetto immediato delle Lire ancora in circolazione stabilita dall’articolo 26 del Decreto Legge n. 121 del 6 dicembre 2011, articolo dichiarato poi illegittimo dalla Corte Costituzionale, vi è un aspetto che, a distanza di oltre due anni, torna prepotentemente in vista.
Il 10 febbraio 2016, nell’ambito della discussione alla Camera dei Deputati sul Decreto Legge 30 dicembre 2016, n. 244, cosiddetto “Milleproroghe“, fu approvato un Ordine del Giorno proposto dal Movimento 5 Stelle, che impegnava il Governo a “porre in essere tutte le iniziative necessarie a estendere anche a coloro che non abbiano effettuato la richiesta nei tempi indicati dalla Banca d’Italia o non possono provare di averla avanzata, la possibilità di convertire le lire in euro“.
La notizia fu pubblicizzata dal Movimento 5 Stelle come una sua grande vittoria, e tale fu considerata anche dai soliti soggetti che vanno a traino di ogni notizia, cercando di assumerne anche parzialmente il merito.
La realtà era invece, per chiunque conoscesse i meccanismi parlamentari, molto diversa: un Ordine del Giorno non si nega a nessuno, ancora di più nell’ambito di una conversione di un Decreto che il Governo aveva necessità di far diventare Legge entro il termine previsto e su cui aveva anche posto la questione di fiducia.
Ed infatti tutto si è risolto in una bolla di sapone, e a oltre due anni di distanza non si è mosso un bel niente.
Ora, però, vi è una differenza non di poco conto rispetto ad allora: il Movimento 5 Stelle è al Governo.
Domandiamo quindi al Movimento 5 Stelle se, ora che possono, faranno diventare realtà ciò che nel febbraio 2016 domandavano al precedente Governo, ossia di consentire ai possessori di vecchie Lire la conversione in Euro.
Giuseppe D’Orta, Aduc Tutela del Risparmio