Studio, con siccità maggiori pericoli per esseri umani
Le zanzare hanno più probabilità di pungere quando sono assetate. La disidratazione ha infatti un impatto significativo sul modo in cui si nutrono: in caso di sete, fino al 30 per cento di questi insetti femmina ricorre al sangue, rispetto a un normale 5-10%. Lo rileva una ricerca dell’Università di Cincinnati, pubblicata sulla rivista Scientific Reports. Lo studio ha dimostrato che è necessario poco tempo perché le zanzare si disidratino abbastanza da cercare un ‘pasto’ a base di sangue. “Abbiamo visto gli effetti sul comportamento nel giro di due o tre ore in condizioni di bassa umidità e temperature più alte” evidenzia Joshua Benoit, che ha guidato la ricerca. Per arrivare a questa conclusione diverse zanzare sono state messe in un ambiente controllato, che riproduceva le condizioni che avrebbero trovato in natura. Dopo una settimana, i ricercatori hanno introdotto un disco di sangue ricoperto di una membrana che riproduceva un animale o un uomo.
Il team ha quindi raccolto le zanzare che si nutrivano di sangue in due occasioni – un giorno dopo che aveva piovuto e un altro dopo un periodo di siccità – per vedere quali differenze fisiologiche si potessero rilevare nei due gruppi. È emerso che le zanzare disidratate avevano più probabilità di cercare un ‘pasto’ a base di sangue rispetto a quelle che non avevano sete.
Il coautore dello studio Christopher Holmes aggiunge che sapendo come le zanzare reagiscono alla siccità, gli studiosi potrebbero prevedere meglio quando si verificherà un’epidemia. Le temperature in aumento a causa dei cambiamenti climatici potrebbero causare periodi di siccità più frequenti e più lunghi nelle aree in cui le zanzare rappresentano una minaccia per la salute umana secondo il team di ricerca. “Si potrebbero osservare effetti sulle zanzare che probabilmente saranno esacerbati dalla crescente frequenza della siccità, aumentando la durata e la gravità”, conclude Holmes.
Ansa