Il Paese ha il tasso di crescita più alto della Ue e ora vuole adottare la moneta unica: “Una volta che sei nell’eurozona, è più difficile uscirne”
Mentre gli analisti di mezzo mondo si lambiccano il cervello per capire se i partiti che si apprestano a governare l’Italia hanno intenzione oppure no di mettere sul tappeto l’uscita del nostro Paese dall’euro, c’è uno Stato, nell’Unione Europea, che la moneta unica non l’ha ancora adottata e che fa tutto pur di entrarci: la Romania.
Nonostante la recente virata euroscettica del partito socialdemocratico al governo, le ultime rilevazioni di Eurobarometro svelano che ben il 71% dei rumeni si ritiene soddisfatto dell’ingresso del Paese nell’Unione, nel 2007. Il dato percentuale è addirittura cresciuto del 10% negli ultimi sei mesi.
Inoltre il saldo fra contributi versati al bilancio comunitario e fondi Ue incassati da Bruxelles è in attivo per Bucarest di circa 5 o 6 miliardi di euro per ogni anno. Mica poco.
I fondi europei hanno consentito di ristrutturare le vecchie infrastrutture e di costruirne di nuove, di recuperare beni artistici e archeologici in grado di rilanciare il turismo e l’indotto connesso per tutto il territorio. Nel 2017 l’economia è cresciuta del 6,9%, il tasso più alto dei Ventotto e nonostante la forte emigrazione la disoccupazione è bassissima: sotto il 5% della popolazione attiva.
Un ingresso nell’euro sarebbe, per usare le parole del ministro agli Affari Europei Victor Negrescu, “uno scudo”: “Ci aiuterebbe a contenere l’inflazione e a rafforzare il commercio – spiega – La moneta unica definisce l’indentità europea: stare nell’eurozona ha aiutato i Paesi più colpiti dalla crisi come la Grecia“.
I tempi per un eventuale ingresso della Romania nel club dei 19 Stati che attualmente adottano la divisa comunitaria, però, non sono così brevi. Stando alla Commissione Ue, non se ne parlerà prima del 2024.
Ivan Francese, Il Giornale.it