L’India rompe con gli Stati Uniti su uno dei temi più rilevanti per l’amministrazione di Donald Trump: le sanzioni all’Iran.Il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj, ha infatti annunciato che il suo governo non aderirà alle sanzioni imposte da Washington sul programma nucleare iraniano. Per l’India, le uniche sanzioni valide per il Paese sono quelle espresse dalle Nazioni Unite: imposizioni unilaterali degli Stati Uniti non le considera vincolanti.
“L’India segue solo le sanzioni delle Nazioni Unite, e non le sanzioni unilaterali di qualsiasi Paese”, ha spiegato in conferenza stampa il ministro Sawaraj che ha incontrato poi il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif. Un vertice importante anche e soprattutto per i crescenti legami economici e strategici che legano l’India all’Iran. Paesi così diversi eppure sempre più connessi.
Il petrolio iraniano e l’India
Le sanzioni americane a seguito dell’uscita di Trump dall’accordo del 2015, introducono nuovamente grossi limiti agli investimenti in Iran. La Casa Bianca ha concesso un periodo massimo di sei mesi alle aziende che operano nel Paese per andarsene. Altrimenti, l’alternativa è subire pesanti ritorsioni da parte del governo degli Stati Uniti.
Come la Cina, anche l’India è uno dei più grandi consumatori mondiali di gas e petrolio. Questa sua caratteristica la rende un cliente perfetto per l’Iran. Tuttavia, le sanzioni statunitensi contro le aziende che operano nel Paese impongono ai suoi clienti internazionali un ostacolo all’importazione di beni essenziali allo sviluppo. Vale per Pechino, ma vale ancor di più per Nuova Delhi, che si trova fisicamente distaccata da altri grandi Paesi produttori come la Russia.
L’alleggerimento delle sanzioni aveva condotto a un repentino incremento delle esportazioni di petrolio di parte iraniana. Attualmente il numero di barili di petrolio al giorno esportati dall’Iran si aggira intorno ai 2,5 milioni. Di questi, quasi tutti destinati ai mercati europei e asiatici.
Un competitor importante soprattutto per l’alleato Usa del Golfo, l’Arabia Saudita, che infatti si è affrettata a dichiarare di poter coprire la quota iraniana bloccata dalle sanzioni. L’idea di Riad è quella di sfruttare le sanzioni Usa per rubare fette di mercato a Teheran.
I progetti tra India e Iran
I due Paesi sono legati da numerosi progetto condivisi. E c’è un motivo anche strategico: l’India vuole aggirare il Pakistan per raggiungere i mercati dell’Asia centrale. Islamabad, alleato della Cina, funge da tappo. Per evitarlo, l’Iran è il Paese più vicino e più sicuro. E con l’India ha ottimi rapporti.
Il porto di Chabahar rappresenta il simbolo di questa interconnessione. Come la Cina ha investito a Gwadar, in Pakistan, l’India fa lo stesso nel porto iraniano di Chabahar. L’obiettivo non è solo spezzare “l’assedio” cinese, ma anche entrare direttamente nel mercato asiatico. E da lì collegarsi all’Asia centrale ma anche al corridoio sud-nord fino alla Russia.
L’Iran, in tutto ciò, ha solo da guadagnare. E infatti, se da un lato la Cina si è innervosita per la firma degli accordi fra Teheran e Nuova Delhi, dall’altro lato la Nuova Via della Seta continua a penetrare in territorio iraniano con progetti infrastrutturali di ampio respiro. E anche dal punto di vista politico, la Cina sta costruendo un asse importante con gli iraniani anche come contraltare al blocco imposto dagli Stati Uniti.
La tradizionale autonomia dell’India
L’India è un Paese che da sempre svolge una sua politica estera autonoma. Gli Stati Uniti hanno come obiettivo quello di condurla all’interno dell’orbita a stelle e strisce. Ma da parte indiana non c’è mai stato un vero interesse. Perché al desiderio di contrapporsi alla Cina, c’è anche la volontà di migliorare i rapporti e di costruire una stretta partnership con la Russia.
Gli Stati Uniti, in questa fase, appaiono intransigenti ed eclettici. Nulla a che vedere con l’India, che, al contrario, rappresenta da sempre una politica molto più approfondita e meno incline allo scontro. La visita di Narendra Modi da Vladimir Putin così come l’incontro fra i ministri di India e Iran, sono segnali importanti. In questa fase storica, a Nuova Delhi non interessa fare blocco con l’America.
Lorenzo Vita, il Giornale.it