Dormono poco e non staccano mai, tanto che nemmeno in vacanza riescono a riposarsi. Una società di consulenza italiana ha studiato un percorso che insegna a chi sta ai vertici di un’impresa a cancellare le vecchie abitudini che imperversano nelle aziende. Un esempio? Le riunioni, a volte troppe e spesso inutili
Vita da manager. Basta poco per immaginarla e il cinema ci viene incontro. Sveglia presto, viaggi di lavoro, decisioni da prendere in fretta e senza l’aiuto di nessuno, telefonate a ogni ora del giorno e della notte. D’altra parte spesso sono proprio loro a determinare il successo o l’insuccesso delle aziende, nel bene e nel male. Una bella responsabilità, ben retribuita ma anche molto stressante. E così ci sono manager che finiscono dallo psicanalista, che frequentano palestre, corsi di meditazione, yoga, e quant’altro per ricaricare le batterie. Funziona? A volte sì, volte no, tanto che secondo un’indagine di Lenovys, giovane società di consulenza italiana, non sono capaci di recuperare nemmeno quando sono in vacanza. Dormono poco (solo il 26% si riposa a sufficienza), la loro forma fisica è insoddisfacente (tant’è che il 66% deve ritrovarla), ma soprattutto sono grandi accentratori: solo uno su cinque delega regolarmente mansioni ai propri collaboratori. Grandi nemici dei manager sono poi le riunioni, che molti considerano incosistenti se non inutili. Solo nell’8% delle aziende (parola di manager) le riunioni sono realmente efficienti ed efficaci. E ancora: solo un’impresa su cinque si è messa all’opera per assicurare un buon bilanciamento tra lavoro e vita privata. Un po’ come se l’efficienza dei manager fosse data a priori e giustificata dagli alti stipendi.
La ricerca di Lenovys (azienda che nel 2017 è stata inserita dal Financial Times tra le 1000 più innovative a livello europeo) è basata su 500 interviste fatte ad altrettanti manager di aziende di medie e grandi aziende, a cavallo tra il 2017 e il 2018. Lenovys non fa solo consulenza. In realtà ha messo a punto un percorso formativo per manager che ha un unico scopo: insegnargli non solo come fare per staccare dal lavoro, ma anche come massimizzare le proprie energie e quelle di chi gli vive attorno. Lo scopo: ridurre “sprechi” di talenti e recuperare efficienza (per fare un esempio le interminabili riunioni che spesso non servono). Il corso è un Executive master in Lean Lifestyle, che parte dall’individuare le abitudini errate di manager e aziende per offrire loro una risposta concreta. Più che come far rilassare i manager, il percorso formativo è teso a individuare le inefficienze nell’organizzazione aziendale, gli sprechi di tempo ed energia. Tutto si basa su quella che la Lenovys chiama “ingegneria delle abitudini“. Perché (è il sottinteso) quelle inutili vanno semplicemente cancellate. Ripeterle non fa che ostacolare la crescita aziendale.
Il primo master si è svolto nel 2014: il prossimo si svolgerà a giugno in una villa medicea alle porte di Firenze. Sei giorni in tutto. In Europa è andato bene: sono 10mila i manager che negli ultimi anni hanno applicato il Lean Lifestyle applicandone le logiche. Tante anche le imprese che ne hanno semplicemente acquistato il metodo: ci sono Campari, Heineken, Leory Merlin, Laika, Lucchini, Mahle, Natuzzi, Orogel, Roche, Sisal, Solvay, Sutter, Telecom, Whirlpool. Il metodo è innovativo, ma soprattutto è figlio dei tempi, sempre più veloci. “Molti manager sono vittime della tecnologia – sostiene Luciano Attolico, fondatore dell’azienda, che oggi insegna innovazione agli americani – non hanno compreso come sfruttarla per ottenere, contemporaneamente, più produttività e più benessere. Impiegano più tempo del necessario in attività lavorative, spesso con risultati inferiori alle aspettative e alti livelli di stress. Hanno poi difficoltà a gestire i team e le loro giornate sono enormemente complicate”.
Barbara Ardù, Repubblica.it