Presentati i dati del 2017, che invertono la tendenza degli ultimi anni. Il ministero alla Salute: effetto della legge sull’obbligo
Sei mesi di legge sull’obbligo vaccinale per chi frequenta nidi, materne e scuole dell’obbligo hanno fatto aumentare le coperture, in modo importante per certe classi di età. Il ministero della Salute presenta i dati della vaccinazione nelle Regioni al 31 dicembre del 2017. Per i nati nel 2015, il vaccino esavalente (contro difterite, tetano, pertosse, emofilo b, epatite b e polio) è quasi tornato al livello di immunità di gregge, che è il 95%, e quello quadrivalente (morbillo parotite e rosolia), ha fatto un gran passo in avanti, fino a superare il 90%.
“Le coperture vaccinali rappresentano l’indicatore per eccellenza delle strategie vaccinali, poiché forniscono informazioni in merito alla loro reale implementazione sul territorio e sull’efficienza del sistema vaccinale – dicono dal ministero – Sebbene universalmente la vaccinazione sia considerata uno strumento straordinariamente efficace e sicuro per la prevenzione delle malattie infettive, dal 2013 al 2016 le coperture vaccinali hanno mostrato un trend in diminuzione, scendendo ben al disotto della soglia del 95%, raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per limitare la circolazione di questi virus e batteri nella collettività”.
In Italia, si fa notare, “cine conseguenza delle inadeguate coperture vaccinali nei confronti del morbillo, nel corso del 2017 il nostro Paese è stato interessato da una estesa epidemia di morbillo, che ha causa quasi 5.000 casi, di cui oltre 300 tra operatori sanitari, con 4 decessi”. Il decreto legge voluto dalla ministra Beatrice Lorenzin è stato approvato il 7 giugno dell’anno scorso e convertito in legge, con modificazioni, a fine luglio 2017. Le vaccinazioni obbligatorie sono passate da 4 a 10.
Per quanto riguarda le coperture. Tra i bambini nati nel 2015 l’anti polio, e cioè praticamente tutto l’esavalente è salito al 94,54%, guadagnando 1,21 punti percentuali rispetto al 2016. In 11 regioni si è raggiunta la soglia dell’immunità di gregge. Per quanto rigarda morbillo, e quindi quadrivalente, si è arrivati al 91,68%, con un +4,42% rispetto all’anno precedente. In una regione si supera il 95% e in altre due ci si avvicina. Aumentano le coperture anche per le vaccinazioni non obbligatorie. L’anti pneumococco sale dall’88,4% del 2016 al 90,84% e l’anti meningococco C dall’80,7% all’83,06%.
La crescita riguarda anche i bambini nati nel 2014. Per l’anti-polio si raggiunge il 95,05%, rispetto al 93,33% rilevato sullo stesso anno di nascita nel 2016. L’aumento è ancora più marcato nel caso del morbillo che cresce del 5,12%, passando da 87,26% a 92,38%. “Anche le altre vaccinazioni obbligatorie superano il 95%, con l’eccezione, se pur per pochi punti decimali, di anti-epatite b e l’anti emofilo. Stesso dato per i bambini nati nel 2013. Del resto la legge prevedeva che tutti i bambini che frequentano le scuole e hanno tra 0 e 16 anni devono recuperare. Va specificato, inoltre, che trattandosi di numeri al dicembre del 2017 non tengono conto di quanti hanno recuperato le vaccinazioni mancanti in questi mesi del 2018, quando, a marzo, scadeva il termine per essere in regola e restare a scuola, nel caso di nidi e materne, e evitare la multa in caso che frequentino la scuola dell’obbligo.
“Oggi è un momento di bilancio – ha detto la ministra Beatrice Lorenzin alla presentazione dei risultati – i dati relativi al 2017 sono confortanti per quanto riguarda le fasce 0-6, dove era la parte più stringente della norma; dati positivi già a pochissimi mesi dall’introduzione della norma. Ci aspettiamo un incremento ancora maggiore dalla prima parte del 2018. La maggior parte delle regioni ha raggiunto incrementi notevoli, anche se rimangono 5 regioni, la provincia autonoma di Bolzano, la Sicilia, le Marche, l’Abruzzo e il Friuli Venezia Giulia, in cui si registra ancora una forte resistenza alla vaccinazione”. Lorenzin ha anche parlato del fatto che forze politiche come Movimento5Stelle e Lega sono contrarie ai vaccini obbligatori. “È evidente che come ministro guardo con preoccupazione al fatto che ci possano essere delle forze politiche che tornino indietro su temi di salute pubblica come i vaccini. Diciamo che la real politik mi spinge ad immaginare che questo non avverrà, voglio essere fiduciosa anche perché quando
si governa bisogna assumersi la responsabilità delle cose che si fanno. Spero che i due casi che ho dovuto affrontare questi anni, ovvero Stamina e il problema vaccini, siano di monito per tutti, insegnando che c’è bisogno di una nuova alleanza tra politica e scienza”.
Michele Bocci, la Repubblica