La società tedesca di gestione di fondi Shareholder Value Management ha fatto sapere di aver recentemente costituito una partecipazione nell’ex Telecom Italia che rappresenta più dell’1% delle azioni ordinarie emesse dalla società “con l’intenzione di supportare proattivamente l’azione di Elliott”. Inoltre, SVM sta “valutando attentamente l’opportunità di aumentare la propria partecipazione in Tim ad oltre il 2%”.
Anche Shareholder Value Management, al pari di Elliott, ritiene che “vi sia una significativa discrepanza tra l’attuale prezzo di mercato delle azioni Telecom Italia ed il valore intrinseco degli asset della Società”.
Intanto dalla comunicazioni Consob è emerso che JP Morgan Chase detiene il 5,93% di Tim, anche se il pacchetto è senza diritto di voto in assemblea e si tratta delle azioni che riguardano Elliott come controparte e di cui il fondo ha già dato comunicazione.
In dettaglio la partecipazione è composta da un 4,26% con opzione call/put scadenza tra il 5 febbraio e il 6 giugno 2019. Poi un pacchetto dell’1,056% rappresentato da un equity swap con scadenza tra il 12 aprile 2018 e l’8 febbraio 2023. Infine azioni pari allo 0,449% rappresentate da un’opzione call con scadenza tra il 18 maggio prossimo e il 19 febbraio 2019 e un’opzione put sullo 0,125% con scadenza 20 settembre 2018.
Intanto sale l’attesa per l’Assemblea di TIM del 24 aprile chiamata ad approvare il bilancio e a deliberare sulla proposta di Elliott di sostituire alcuni membri del Consiglio di Amministrazione con altrettanti di propria nomina. Quest’ultimo ordine del giorno è tuttavia incerto, dal momento che il 9 aprile scorso il CdA ha approvato a maggioranza l’illegittimità dell’operato dei sindaci che avevano integrato l’ordine del giorno con le richieste di Elliott. Di conseguenza la società ha depositato il ricorso presso il Tribunale di Milano.
Nel frattempo il prossimo 19 aprile Vivendi, primo azionista di TIM con circa il 24%, riunirà l’assemblea degli azionisti. Non sono escluse novità sulla partecipata italiana.
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