Il mattatore partecipa alla campagna di sensibilizzazione #SiamoGenteValtur
” Un ricordo? Ne ho tantissimi! Quello che sono diventato oggi, lo devo a quegli anni meravigliosi!”. Sul suo profilo Twitter, Rosario Fiorello commenta la notizia Valtur, a rischio chiusura. Il mattatore è cresciuto artisticamente lavorando nei villaggi del brand italiano e ha deciso di twittare con l’hashtag #SiamoGenteValtur.
A invocare il suo intervento, due giorni fa, erano stati gli stessi dipendenti, chiedendo a lui e altri di partecipare alla campagna di sensibilizzazione, come riporta Ttg: “I fratelli Fiorello, Teo Mammuccari, Checco Zalone, Angelo Pintus. Ma ce ne sono molti altri, hanno iniziato tutti nei villaggi Valtur. Speriamo che anche loro, oltre ai clienti e agli agenti di viaggi, diventino voce della nostra protesta”.
Secondo i sindacati e i dipendenti dell’Azienda in liquidazione, se Valtur dovesse chiudere, l’Italia perderà oltre un milione di turisti l’anno. “In più di 50 anni Valtur ha ospitato nei suoi villaggi oltre 60 milioni di turisti – ha detto Luca De Zolt della Filcams-Cgil – e nel 2017 ne ha ospitati 1,1 milioni, con una media di stranieri del 20%”.
Lo scorso inverno le presenze sono salite del 20,1% e il fatturato del 24% e l’estate prima rispettivamente del 19,3 e del 32,6%, ma per il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi non basta. Così lo scorso 7 marzo è partita la richiesta di ‘concordato preventivo senza prospettiva di prosieguo delle attività’. Due anni prima Bonomi aveva messo sul piatto 100 milioni per rilevare Valtur, insieme ai villaggi di Ostuni (Brindisi), Pila (Aosta) e Marilleva (Trento), gestiti ma posseduti da Prelios. Dopo oltre un anno li ha ceduti alla Cdp per 43,5 milioni di euro, impegnandosi a investirne altri 6,5 e a fine marzo sono partite le procedure per i licenziamenti. I dipendenti a tempo indeterminato cono 108, quelli a tempo determinato 123, che con l’indotto salgono a 1.500 posti di lavoro a rischio. Ora tutti guardano al tavolo al Mise previsto per metà mese, mentre la conferma di De Zolt di “trattative con soggetti interessati” tiene accesa la speranza dei lavoratori di poter “continuare a fare per altri 50 anni quello che abbiamo fatto finora”.