A prima vista sembra una decisione paradossale al punto da risultare quasi ironica: i fondi riservati alla pianificazione famigliare degli Usa saranno nelle mani di un’attivista che sostiene l’astinenza dal sesso come miglior forma di contraccezione e protezione dalle malattie a trasmissione sessuale. Lei si chiama Valerie Huber e basta una breve ricerca su Google per ricostruire il suo impegno da attivista: per anni è stata presidente dell’Associazione nazionale per l’educazione all’astinenza (che ha poi cambiato il nome in Ascend) che promuoveva «niente sesso prima del matrimonio». Dal 2004 al 2007, inoltre, si è occupata del programma di astinenza ed educazione dell’Ohio. Secondo la stampa americana è stato il presidente Donald Trump a sceglierla personalmente come responsabile dello staff al dipartimento della Salute. Ma sul sito del governo questo percorso è riassunto in modo neutro: «Ha oltre 15 anni di esperienza in programmi destinati alla salute di bambini e adolescenti».
In una recente intervista Huber ha spiegato che il suo obiettivo è «normalizzare il ritardo nel sesso piuttosto che normalizzare il sesso fra teenager, compreso quello protetto». Preferisce comunque non parlare di «educazione all’astinenza» ma si riferisce allo stesso concetto dicendo che si tratta di «evitare i rischi connessi al sesso». La sua nomina ha fatto storcere il naso a molti. Ancora più il fatto che nel bilancio 2018 proposto da Trump ci sia un fondo da 300 milioni di dollari destinato appunto all’educazione all’astinenza (mentre è sparito quello stanziato per il programma di prevenzione alle gravidanze dei teenager).
I rischi
Inoltre, secondo alcuni rumors citati dai quotidiani americani, pare che l’amministrazione intenda insegnare ai giovani i «metodi di consapevolezza sulla fertilità» (per esempio il metodo Ogino-Knaus, che si basa sull’osservazione statistica del ciclo di fertilità della donna per individuare i giorni in cui è feconda) invece del controllo delle nascite. Secondo Jessica Valenti, editorialista dell’edizione americana del britannico Guardian, sta tornando sotto i riflettori un’educazione sessuale basata sull’astinenza. E questo aumenta il rischio di fornire ai giovani informazioni false e pericoloso sulla loro salute in generale (e sul sesso in particolare).
Greta Sclaunich, 27esimaora.corriere.it