Vivendi esce formalmente da Ubisoft e ci guadagna circa 1,2 miliardi di euro di plusvalenza. Già lo scorso novembre era stato reso noto che era fallito l’assalto del grande colosso media francese alla società produttrice di videogiochi (tra i suoi titoli Assassin’s Creed, Far Cry e The Crew), adesso però lo squalo della finanza francese (e italiana tra Tim, Mediaset, Mediobanca e quindi Generali) Vincent Bolloré ha trovato un accordo per farsi liquidare dalla famiglia Guillemot, guidata da Yves Guillemot, che ha fondato Ubisoft. Ma, giusto per avere un’idea della lunga battaglia che si sono dati i due fronti, i Guillemot hanno dovuto cedere invece il controllo di un’altra delle loro creature aziendali: Gameloft, maggiormente specializzata sulla distribuzione dei videogame, soprattutto sui cellulari. Non a caso, ieri in occasione della formalizzazione della sua uscita da Ubisoft, Vivendi ha confermato comunque «l’intenzione di rafforzarsi nel settore particolarmente dinamico dei videogiochi, che costituisce una delle pietre angolari dello sviluppo del gruppo». Nel dettaglio, Vivendi cederà la partecipazione del 27,27% in Ubisoft per 2 miliardi di euro, quota che era stata acquisita con una spesa complessiva di 794 milioni. Le azioni saranno vendute in parte attraverso un collocamento privato, in parte direttamente alla holding Guillemot Brothers mentre le rimanenti quote passeranno alla stessa Ubisoft che, poi, le annullerà. Intanto Bolloré porta a casa 1,2 miliardi, dopo che Vivendi ha chiuso il 2017 in utile di 1,2 miliardi ma in calo del 2,2%, tra la riorganizzazione necessaria della pay tv transalpina Canal+ e l’impegno nella campagna d’Italia per l’attesa creazione di un polo europeo dello streaming on demand.
di Marco A. Capisani, Italia Oggi