Il dato di gennaio: oltre 37mila euro a testa. La netta crescita è però dovuta soprattutto alle maggiori disponibilità liquide detenute sul conto corrente del Tesoro
Mentre si consumavano le promesse della campagna elettorale, il debito pubblico italiano sfiorava quota 2.280 miliardi di euro. A gennaio, secondo i dati di Bankitalia appena pubblicati, la mole di debito che grava sugli italiani è aumentata di 23,8 miliardi sul mese precedente, arrivando a 2.279,9 miliardi. E’ come se ogni italiano, neonati e anzianissimi compresi, avesse in capo oltre 37mila euro di debito. Nel caso specifico, segnala via Nazionale, si tratta di un effetto dovuto in larghissima parte all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, i soldi in cassa al Mef. Sul conto corrente di via XX Settembre, infatti, i denari sono saliti da 29,3 a 54,5 miliardi. Una dinamica “solo in parte compensata dall’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche (1,2 miliardi) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (0,2 miliardi)”. Non stupisce dunque che il debito delle Amministrazioni centrali sia aumentato di 23,3 miliardi e quello delle Amministrazioni locali di 0,5 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Nella nota di Bankitalia si legge anche un aggiornamento sull’andamento delle entrate tributarie nel primo mese dell’anno: sono state pari a 33,7 miliardi, in calo di 1,6 miliardi rispetto a quelle rilevate nello stesso mese del 2017. “Al netto di alcune disomogeneità contabili si può stimare che le entrate tributarie siano state sostanzialmente in linea con lo scorso anno”.
LaRepubblica