L’indagine è partita dopo la fine del processo penale, che ha visto il leader di Forza Italia prescritto. In primo grado era stato condannato a tre anni per la corruzione dell’ex senatore Sergio De Gregorio, che prese 3 milioni per passare dall’Idv al centrodestra e far cadere Prodi. La magistratura contabile potrebbe chiedergli di risarcire lo Stato per le conseguenze, tra cui l’aumento dello spread
Il “privato corruttore” Silvio Berlusconi – come lo ha definito la sentenza di appello che ha sancito la prescrizione del reato – rischia di dover risarcire di tasca propria lo Stato per il “danno di immagine” e gli effetti sullo spread. Lo scrivono Il Tempo e il sito di Repubblica, dando conto di un’indagine della Corte dei Conti del Lazio sui 3 milioni di euro versati nel 2006 dall’ex premier al senatore Sergio De Gregorio per farlo passare dall’Idv al centrodestra e far cadere il governo di Romano Prodi, che aveva vinto le elezioni ma a Palazzo Madama aveva una maggioranza debole.
L’indagine, scrive il quotidiano di Largo Fochetti, è partita dopo la fine del processo penale. Che ha visto Berlusconi prescritto in appello dopo che, in primo grado, era stato condannato a tre anni per corruzione in concorso con l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. I giudici di secondo grado avevano comunque sancito che l’ex premier “ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni” in quanto “le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola, a De Gregorio sono state effettuate quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant’è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi”.
La Corte dei Conti indaga sugli effetti di quella manovra sul differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i corrispettivi tedeschi, che dopo la caduta di Prodi si allargò da 43 punti fino ai 522 del novembre 2011, alla fine del quarto governo Berlusconi. La magistratura contabile potrebbe chiedere al leader di Forza Italia di compensare il Paese per quel danno, scrive Repubblica, oltre a chiedere “fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata” da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione.
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