Dal 21 marzo in vigore il decreto che regolamenta questo nuovo settore. Si tratta di strutture a metà tra il condominio e l’albergo. All’interno è possibile acquistare singole unità immobiliari, da utilizzare in proprio in periodi predeterminati. Nel resto del tempo gli spazi saranno dati in locazione e gli incassi divisi tra il responsabile della struttura e il proprietario
Un albergo come seconda casa, con tutti i servizi a disposizione per una vacanza senza pensieri, ma con un po’ di privacy in più. E con la possibilità di guadagnare, quando non si è in vacanza, lasciando la gestione della casa al proprietario dell’albergo. Con questa formula si apprestano a sbarcare anche da noi i condhotel, strutture turistiche che sono una via di mezzo tra alberghi e condomini. Entrerà infatti in vigore il prossimo 21 marzo il decreto che regolamenta il settore.
Come funziona il condhotel. Tecnicamente il condhotel è un esercizio alberghiero a gestione unitaria, composto da una o più unità immobiliari suddivise in parte in stanze e in parte in miniappartamenti composti da una stanza con cucina. Questi miniappartamenti sono messi in vendita singolarmente e chi li acquista ne diventa proprietario a tutti gli effetti, ma con la possibilità di utilizzare l’alloggio solo per un periodo di tempo predeterminato, indicato nel contratto.
Al di fuori di questi periodi il miniappartamento sarà gestito direttamente dal responsabile della struttura che lo darà in locazione e poi dividerà gli incassi con il proprietario dei locali. La quota dei ricavi per il proprietario delle mura potrà arrivare anche al 60%, senza alcuna preoccupazione dopo l’acquisto e senza imposte sulla proprietà. In pratica si tratta di una formula che consente di coniugare vacanza e investimento immobiliare.
Servizi sempre disponibili. Le norme che regolamentano questo settore prevedono un albergo che abbia almeno sette camere oltre le unità abitative ad uso residenziale, con la presenza di una portineria unica per tutti coloro che usufruiscono del condhotel, sia in qualità di ospiti dell’esercizio alberghiero che di proprietari delle unità abitative a uso residenziale, che debbono essere distanti dal corpo principale non più di 200 metri.
I proprietari dei miniappartamenti avranno la possibilità di godere di tutti i servizi di tipo alberghiero, senza limitazione alcuna per la durata specificata nel contratto di acquisto, e comunque per un periodo non inferiore a dieci anni dall’avvio dell’attività del condhotel.
Se l’albergo dovesse fallire la proprietà immobiliare non sarà intaccata.
Le esperienze estere. Finora da noi questo tipo di strutture non erano state regolamentate, anche se di fatto ce ne sono di già operative sul mercato. All’estero i condhotel sono ampiamente diffusi negli Stati Uniti, dove però gli investimenti richiesti sono molto consistenti, dato che si tratta in genere di strutture che si trovano in aree altamente desiderate, spesso vicino all’oceano, parchi a tema, campi da golf o nelle principali città.
Una formula che ha avuto comunque molto successo e garantito elevati guadagni a chi ha acquistato gli appartamenti in fase di costruzione, garantendosi così una lussuosa casa di vacanza in una posizione privilegiata.
Antonella Donati, Repubblica.it