A oltre un anno dal regolamento Uni che ha stabilito norme di sicurezza e dettagli tecnici i 2,2 milioni di automobilisti che hanno scelto questo carburante non possono ancora rifornirsi in stazioni di servizio senza personale addetto. Assogasliquidi: “Nel giro di pochi mesi ci saranno novità”
L’Italia è seconda in Europa per auto alimentate a Gpl. Eppure i 2,2 milioni di italiani alla guida di queste auto a zero emissioni inquinanti non sono liberi di fare rifornimento quando vogliono, utilizzando il self-service senza personale come fanno tutti i proprietari di auto a benzina o gasolio.
Nel nostro Paese non c’è certo un problema di rete: i distributori sono oltre 4.000 sparsi su tutto il territorio (il 47,8% al nord, il 23,8 al centro e il 28,4% al sud). Lo stallo riguarda il self: dopo anni di attesa, leggi e regolamenti sono finalmente pronti. Gli automobilisti aspettano, ma per il momento nel nostro Paese non c’è ancora una stazione di servizio adibita al fai da te.
“Al momento il self-service come tecnologia è ancora in fase di avvio: non ci sono distributori operativi, anche se allo studio ci sono un paio di stazioni di servizio al centro nord. Per garantire comunque il maggior servizio possibile, i distributori, laddove la normativa regionale lo consenta, possono restare aperti anche oltre il normale orario di servizio” fanno sapere da Assogasliquidi, associazione di Federchimica aderente a Confindustria. “Ci sono importanti operatori del settore che stanno valutando l’opportunità di aprire stazioni di servizio self senza personale: nel giro di qualche mese potrebbero esserci novità importanti” continuano da Assogasliquidi.
Un iter lungo 10 anni. La lunga marcia legislativa è iniziata nel 2007 quando un decreto del ministero dell’Interno ha stabilito le nuove prescrizioni per self service Gpl negli impianti presidiati dal personale addetto. Sette anni più tardi un altro decreto ministeriale ha fissato anche le regole per i veri e propri self-service, cioè quelli senza personale addetto.
Questo decreto ha però fornito delle indicazioni di massima finalmente recepite – nel novembre 2016 – dalla norma UNI 11647, che ha stabilito le norme di sicurezza e i dettagli tecnici perché il self-service di Gpl possa finalmente partire.
Un tesserino per tutti. La principale novità rispetto a tutti gli altri self è che gli automobilisti di auto alimentate a Gpl dovranno dotarsi di una scheda che conterrà i dati anagrafici e la targa del veicolo. Servirà a far “dialogare” l’auto e la stazione di servizio: lo scopo è di consentire l’erogazione solo al veicolo autorizzato, impedendo rifornimenti abusivi molto pericolosi (di bombole, ad esempio).
Perché questa comunicazione veicolo-pompa sia possibile, gli automobilisti riceveranno dai gestori un piccolo dispositivo a radiofrequenza e verranno istruiti – sempre dal gestore – su come usare il bocchettone di rifornimento e come comportarsi in caso di anomalie.
Per il momento di questo strumento non si sa molto di più ma da Assogasliquidi assicurano che “il sistema dev’essere installato da un operatore abilitato ma si tratta di un’operazione semplice, poco costosa e rapida”.
Federico Formica, Repubblica.it