Dura la reazione della Ue: per la Malmstrom lʼUnione europea deve essere esclusa da queste misure. Weber: “Deploriamo lʼannuncio di Trump, la Ue reagirà”
Sfidando la comunità internazionale, i mercati e le istituzioni finanziarie mondiali, il suo partito e alcuni ministri chiave, Donald Trump ha varato i dazi al 25% sull’acciaio e al 10% sull’alluminio. La Casa Bianca ha fatto sapere che dietro questa decisione ci sono “esigenze di sicurezza nazionale”. Intanto 11 Paesi rispolverano il patto commerciale transpacifico (Tpp) in funzione anti-Usa. I dazi entreranno in vigore tra 15 giorni.
“Gli Usa ad un certo punto perseguiranno un programma di reciprocità di tassazione“, ha quindi spiegato Trump poco prima di firmare il decreto sui dazi.
Casa Bianca, dazi per esigenze sicurezza nazionale – Esigenze di sicurezza nazionale: questo il motivo principale usato dall’amministrazione Trump per giustificare i dazi su acciaio ed alluminio, usati nel settore della difesa. Lo rende noto la Casa Bianca, elencando i motivi e una serie di numeri per spiegare come mai gli Usa siano diventati il più grande importatore al mondo di acciaio (con un volume quasi quattro volte quello che esporta) e di alluminio (nel 2016 era importato il 90% della domanda, +66% rispetto al 2012).
Sotto accusa le “pratiche commerciale ingiuste”, che hanno decimato le industrie Usa del settore, causando la perdita di 94mila posti di lavoro e la chiusura permanente dal 2012 di sei grandi fonderie. Sotto accusa in particolare la sovrapproduzione globale, con 737 milioni di tonnellate di acciaio, con la Cina a fare la parte del leone.
La soluzione “flessibile” di Trump e le eccezioni – Trump ha optato per una soluzione “flessibile”, riservandosi di aumentare o abbassare i dazi in qualsiasi momento e di esentare provvisoriamente alcuni Paesi: come l’Australia, o il Canada e il Messico, quest’ultimi però solo in subordine ad una efficace rinegoziazione dell’accordo di libero commercio nordamericano Nafta. Eccezioni che rischiano di aprire il vaso di Pandora delle richieste per un trattamento speciale.Il segretario al commercio Wilbur Ross ha spiegato che le esenzioni saranno basate sugli interessi della sicurezza nazionale Usa, intesi in senso lato, dall’occupazione agli effetti su singole industrie.
L’addio del consigliere economico anti dazi – Il tycoon si era detto “impaziente” di firmare le nuove misure sin dal mattino su Twitter, annunciando subito però “grande flessibilità e cooperazione verso quelli che sono i veri amici e ci trattano equamente, sia sul piano commerciale che militare”. Un criterio ribadito poco più tardi in una riunione di governo alla Casa Bianca, l’ultima di Gary Cohn, “un globalista che tuttavia mi piace ancora e che ho la sensazione ritornerà”, ha sottolineato il presidente, riferendosi al consigliere economico dimissionario perché contrario ai dazi.
I Paesi amici e i Paesi nemici di Trump – “Saremo molto equi e molto flessibili”, ha insistito Trump. “Abbiamo relazioni molto buone con l’Australia, abbiamo un’eccedenza commerciale con questo Paese formidabile, un partner di lunga data”, ha detto anticipando la sua esenzione dalle tariffe. “Faremo qualche cosa con altri Paesi”, ha proseguito, mostrandosi però molto critico con Berlino, e non solo sul commercio: “Abbiamo amici e anche dei nemici che si sono approfittati enormemente di noi da anni su commercio e difesa. Se guardiamo la Nato, la Germania paga l’1% e noi paghiamo il 4,2% di un Pil molto più importante. Questo non è giusto”.
La risposta della Ue – L’Ue ha già pronte misure di ritorsione sino a 3,5 miliardi di dollari su un’ampia gamma di prodotti americani, realizzati in particolare nei “red state“, per mettere in difficoltà Trump nelle elezioni di midterm.
Weber (Ppe): “Deploriamo annuncio Trump, Ue reagirà” – “Deploriamo profondamente l’annuncio di Trump sui dazi. L’Ue non vuole una guerra commerciale. Ma non accetteremo questo comportamento aggressivo dagli Usa senza reagire”, ha scritto in un tweet il presidente del gruppo Ppe all’Europarlamento Manfred Weber. “L’Europa deve essere chiara e ferma ma proporzionata nella sua risposta agli Usa”, ha quindi aggiunto in un secondo cinguettio.
Malmstrom: “Ue stretto alleato Usa, deve essere esclusa da dazi” – “La Ue è uno stretto alleato degli Stati Uniti e continuiamo a essere del parere che l’Ue debba essere esclusa da queste misure”. Così in un tweet il Commissario europeo per il commercio, Cecilia Malmstrom. “Cercherò maggiore chiarezza su questo tema nei giorni a venire. Non vedo l’ora di incontrare il rappresentante Usa per il commercio Robert Lighthizer sabato a Bruxelles per discuterne”.La Cina sul piede di guerra – Anche la Cina, vero bersaglio per il suo eccesso di produzione sovvenzionata di acciaio, è sul piede di guerra e minaccia “un’appropriata e necessaria risposta”. “Scegliere la guerra commerciale è una soluzione sbagliata. Alla fine si danneggiano gli altri e se stessi”, ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi.
“Riesumato” il Tpp ma in chiave anti Usa – Ma la risposta forse più preoccupante per gli Usa l’hanno già data gli undici Paesi che hanno firmato in Cile una nuova versione del Tpp, un accordo di libero scambio che copre 500 milioni di consumatori abbattendo i dazi. Tra i firmatari, che insieme rappresentano il 13,5% dell’economia mondiale, ci sono anche alleati di primo piano degli Stati Uniti, come Canada, Giappone e Australia. L’intesa era stata proposta negli anni scorsi da Barack Obama per fermare l’ascesa di Pechino ma poi Trump aveva deciso di uscirne: ora gli Usa ne diventano il bersaglio, mentre la Cina potrebbe essere spronata ad entrare.
La lettera dei 107 parlamentari repubblicani – Ma per adesso Trump, stretto tra il Russigate e lo scandalo dell’affaire con la pornostar Stormy Daniels, tira dritto sui dazi, incurante anche della lettera di 107 parlamentari repubblicani timorosi che una guerra commerciale freni la crescita Usa.
Tgcom24