Sono passati 22 anni dal lancio di eBay e il vecchio sito di aste online è ormai un sito di ecommerce a tutti gli effetti in cui l’81% degli articoli venduti sono prodotti nuovi. Niente più aste dunque ma vendite a prezzo fisso
È stato uno dei primi a puntare tutto sulle vendite online e ora deve vedersela con la concorrenza di giganti come Amazon che capitalizza qualcosa come 731 miliardi di dollari. E anche di Facebook che in punta di piedi ha lanciato il suo marketplace, un’area in cui i privati possono vendere e acquistare oggetti. Sono passati 22 anni dal lancio di eBay e il vecchio sito di aste online è ormai un sito di ecommerce a tutti gli effetti in cui l’81% degli articoli venduti sono prodotti nuovi. Niente più aste dunque ma vendite a prezzo fisso. «Amazon è un nostro competitor solo in alcune aree — risponde Susana Voces, general director di eBay in Italia e Spagna— ma il nostro business model è diverso, da noi sono direttamente i venditori a competere tra loro e noi vogliamo solo vendere i loro prodotti migliori. Facebook per ora è concentrato sul ”c to c” (vendite tra consumatori, ndr) senza intermediari. La competizione ci vuole e fa bene».
Secondo alcuni analisti però eBay in tutti questi anni non ha fatto abbastanza: mentre gli altri investivano in tecnologia e servizi, la compagnia californiana ha diversificato gli investimenti acquisendo compagnie come PayPal. L’operazione, nel 2002, è arrivata a chiusura nel 2015 con la scissione e da poco eBay ha annunciato anche il divorzio: entro il 2020 PayPal non sarà più il principale metodo di pagamento. Ora, nel luglio 2017, eBay ha lanciato gli «imperdibili», una selezione di prodotti al miglior prezzo disponibile online. Ma l’ultima novità è una sezione per gli acquisti sotto i 10 euro spedizione inclusa con prodotti che arrivano pure sotto i 5 euro. «Siamo sopravvissuti a tanti cambiamenti — aggiunge Voces — ma tanti ne abbiamo fatti anche noi. Il cuore del nostro business è sempre lo stesso ma ora siamo sempre più focalizzati su venditori professionali e sulla personal experience. Siamo convinti di essere sulla strada giusta».
Corinna de Cesare, Corriere.it