L’economia della Zona Euro scala le marce più del previsto a febbraio.
L’Indice PMI IHS Markit della Produzione Composita è stato rivisto al ribasso a 57,1 rispetto ai 57,5 della stima preliminare diffusa lo scorso 21 febbraio.
Confermata dunque la flessione rispetto al record di 12 anni registrato a gennaio, quando il PMI composito si era portato a quota 58,8 punti, anche se l’indicatore resta di molto sopra alla media di lungo termine di 53.
Deluse le stime degli analisti, che erano per una conferma del valore indicato nella prima lettura.
Andamento analogo per il PMI delle attività terziarie, pure rivisto al ribasso a 56,2 punti rispetto ai 56,7 punti della stima flash. A gennaio l’indicatore si era portato a quota 58.
Quanto alle singole economie, da segnalare la revisione al rialzo del PMI composito della Germania (da 57,4 a 57,6) e quella al ribasso della Francia (da 57,8 a 57,3). Il PMI composito italiano è stato confermato invece a quota 56, valore minimo di tre mesi.
“L’economia dell’Eurozona di febbraio sembra abbia incontrato un ostacolo dopo lo straordinario inizio anno. E’ troppo presto per fare supposizioni in merito alla contrazione del PMI di febbraio ed era prevedibile un rallentamento dal picco registrato a gennaio. E’ sicuramente più opportuno parlare degli alti valori ancora rilevati all’indagine. Finora, nell’arco di questo inizio anno, il PMI ci sta mostrando un’Eurozona sulla rotta verso la maggior espansione trimestrale degli ultimi 12 anni, in linea con un vigoroso aumento del tasso trimestrale del PIL dello 0,8-0,9%” ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. Williamson ha puntato anche il dito sulle avverse condizioni meteorologiche che stanno evidentemente colpendo molte aziende.
Ilmessaggero.it (Teleborsa)