Continuano a espandersi il modello di business di Starbucks e il «sogno», come lo ha definito il fondatore della catena di caffè Howard Schultz innamorato dell’espresso italiano al punto da crearvi attorno un format planetario, per poi accorgersi del gap con i veri bar italiani e quindi lanciare le Reserve Roastery: locali chic e curati con la torrefazione a vista e la parte bakery curata dal fornaio Princi. A Schultz mancava solo l’aperitivo, ma da ieri è caduto anche il tabù dell’Aperol Spritz shakerato «alla Starbucks».
Il colosso del frappuccino cresciuto a suon di wi-fi nei bar ha infatti inaugurato a Seattle il primo Reserve Store che serve bevande alcoliche da cocktail bar. Di cui ora si aspettano repliche: in tutto mille vetrine sono attese nel mondo, mentre quest’anno il gruppo con il logo verde della sirena ha superato per la prima volta McDonald’s per numero di punti vendita.
Se i drink da Starbucks non sono suonati come una novità per i frequentatori della prima Reserve Roastery (il bar torrefazione aperto da un anno e mezzo a Seattle) è perché qui la catena ha sperimentato un programma di serate a tema con birre e vino nei menù del pomeriggio. Visto il successo e complice l’alleanza con Rocco Princi, che sosterrà tutte le nuove aperture rifornendo brioche e pizze all’italiana, Schultz ha messo l’acceleratore sulla trasformazione dei bar alto di gamma.
Nei Reserve Store, secondo quanto comunicato ieri, l’esperienza premium sarà «reinventata con birra, vino e liquori di prima qualità». Quali? Per iniziare, i cocktail italiani come lo Spritz dei veneziani o il Negroni Sbagliato nato al Bar Basso di Milano.
Nemmeno a dirlo, le consumazioni potranno essere pagate con la carta di credito a marchio lanciata in collaborazione con Visa e far guadagnare stellette secondo il programma Starbucks Rewards, con i punti convertibili in bevande, dolci e snack.
Il menù dell’aperitivo pare un’abile mossa di marketing che di fatto va a coprire un buco temporale nella giornata non servito da Starbucks: l’aperitivo e il drink del dopo cena che tagliava fuori tutti i non appassionati a tisane e caffè premium della sera.
Il primo Reserve Store (situato, strategicamente, al piano principale del quartier generale di Starbucks) servirà da banco di prova per testare gusti e bevande. Saranno previste birre alla spina, oltre all’alcol, ma anche Nitro Draft Latte e Spiced Ginger Cold Brew, così come il resto del menu presente nelle esistenti Roastery Reserve. Il rapporto tra le ultime nate e le insegne premium? «Le Reserve roastery (i bar torrefazione come quello atteso a Milano, ndr) faranno da hub per il sistema Reserve», dicono dall’azienda.
A cambiare è anche il layout: interni in legno, forni a vista, piccoli punti di ritrovo oltre al bancone da bar. Le Reserve Roastery sono attese a New York e Milano entro il prossimo autunno, e a Chicago e Tokyo nel 2019. La scommessa, dopo le inaugurazioni apripista, dicono dall’azienda, sarà poi diffondere gli «Store» nelle città e nelle aree circostanti.
Francesca Sottilaro, ItaliaOggi