“È Sami Kahale, ex manager di Procter&Gamble, l’unico ora in corsa per il ruolo di ad della Lega Serie A”. Lo ha chiarito il commissario Giovanni Malagò, aggiungendo che i club gli hanno chiesto di “verificare se ci sono altri nomi da sottoporre all’assemblea per prendere una decisione il 19 marzo”. Insomma, la corsa non è chiusa: Luigi De Siervo resterà a Infront Italia ma fra i nomi cui pensa Malagò c’è anche il banchiere-manager Marzio Perrelli. Per il ruolo di ad della Lega Serie A, i cacciatori di teste di Hegon Zender “hanno estrapolato tre profili – ha ricordato Malagò – quello di Sami Kahale, quello di Tebas, che ha firmato con Liga e quello di De Siervo, ad di Infront (advisor della Lega, ndr). Pur avendo grande stima di De Siervo, gli ho parlato e condivide che in questo momento non sarebbe di buon senso e giusto che una controparte possa essere candidato a fare l’ad della Lega.
“L’assemblea ha chiesto al sottoscritto di verificare se ci sono altri nominativi da sottoporre all’assemblea per prendere una decisione da ratificare il 19 marzo. Il vice commissario Nicoletti mi ha chiesto di non far parte della governance, nemmeno come consigliere indipendente”. “Il vero tema – ha proseguito il commissario della Lega – è individuare in assemblea sei rappresentanti, 4 consiglieri di Lega e 2 consiglieri federali: ho ritenuto indispensabile procedere con un discorso di garanzia delle minoranze, e ci deve essere una predeterminazione di liste, in modo che grandi e piccole società siano garantite. E’ una questione di buon senso”. Per quanto riguarda il consigliere indipendente, Malagò ha spiegato che “sarebbe bello individuare una donna di sport, capace, o un rappresentante della categoria giocatore-allenatore o un uomo laico rispetto alle società”. Carlo Tavecchio è fuori, Malagò con lui ha chiuso ogni rapporto. Gaetano Micciché, presidente di Banca Imi, del gruppo Intesa Sanpaolo, invece è il profilo indicato da Malagò ai club come candidato ideale per la presidenza della Lega. “Non ho sentito nessuno avverso a mia proposta. E’ una mia idea, del tutto personale di cui devo parlare ancora con il diretto interessato – ha detto Malagò dopo la riunione informale con i 20 club -. Micciché è un uomo di sport, molto appassionato, competente, un uomo di relazioni, di sistema, molto stimato”. Prima del commissariamento “è stato poco serio continuare a tenere l’assemblea aperta” senza risultati, ha aggiunto Malagò: “Non convoco l’assemblea formale finché non c’è la certezza di trovare soluzioni su statuto e governance con relativi nomi. Ci sarà una nuova riunione informale il 5 marzo alle 15. Senza incidenti di percorso, l’obiettivo è fare l’assemblea vera e propria lunedì 19 marzo”.
Il presidente del Coni, dopo aver annunciato la candidatura di Gaetano Micciché, ha spiegato che gli parlerà in questi termini: “Gli dirò che bisogna dare una mano al mondo del calcio. Non so se disponibile – ha continuato Malagò – ma c’è stato un consenso pressoché unanime. Sarebbe un eccellente ticket con i profili che sono stati proposti per il ruolo di amministratore delegato”. Miccichè, siciliano, è fratello di Gianfranco, esponente di Forza Italia: una candidatura che in un colpo accontenta anche Cairo perchè Miccichè fa parte del cda di Rcs. Debutto da commissario della Lega Serie A per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha incontrando a Milano i rappresentanti dei club in una riunione informale. Partecipano – fra gli altri – il presidente del Torino, Urbano Cairo, quello del Genoa, Enrico Preziosi, quello del Cagliari, Tommaso Giulini, quello del Benevento, Oreste Vigorito, l’ad dell’Inter, Alessandro Antonello, quello del Milan, Marco Fassone, e quello della Juventus, Beppe Marotta. I club hanno risposto con una buona partecipazione. Assente come previsto, Claudio Lotito, impegnato in campagna elettorale. La riunione rappresenta la prima occasione di confronto fra i club e il commissario (impegnato alle Olimpiadi in Corea quando si è svolta l’ultima assemblea, quella sui diritti tv). In serata tutti a cena, ospiti di Malagò, in un grande hotel nel centro di Milano. Un primo passo di un commissariamento che forse non sarà breve. Tanti i problemi da risolvere, la governance, lo statuto da adeguare. Resta aperto anche il fronte dei diritti tv: i cinesi-spagnoli di Mediapro hanno le idee chiare su come sviluppare il calcio in Italia. Nessuna risposta, almeno per ora, da parte di Sky alle frecciate di Luigi De Siervo, ad di Infront Italia: è indubbio, comunque, che sia il calcio, soprattutto il campionato, a garantire gli abbonamenti perchè copre praticamente tutto l’anno. Altri eventi, vedi l’Olimpiade, sono sporadici. Per questo Sky deve avere il campionato (e lo avrà). Restano, ovviamente, ancora molti passaggi (Antitrust, fidejussione, trattative) prima che la vicenda possa considerarsi chiusa. E vanno chiarite molte cose: Mediapro, ad esempio, “può produrre le partite” (parole di De Siervo). Che ne sarà di Caressa? Poi: sarà davvero Mediapro a fare il prezzo degli abbonamenti?
Niente Var in Champions: Ceferin geloso di Infantino?
Il presidente Aleksander Ceferin, n.1 dell’Uefa dopo la caduta di Platini, forse è geloso di Gianni Infantino, attivissimo presidente della Fifa: per questo non vuole la Var in Champions ed Europa League (“vedo ancora tanta confusione” ha detto), mentre la moviola sabato avrà il via libera dell’Ifab per i Mondiali di Russia. Ceferin sbaglia: la Var in Italia ha evitato sinora 70 errori degli arbitri, e anche se è vero che va messa a punto, e qualche problema c’è stato, di sicuro è uno strumento utile. Indietro non si torna. In Europa (Ceferin lo sa?) la Var è già stata adottata, oltre dall’Italia, da Bunfdesliga, Liga, Ligue 1 e dalle Coppe d’Inghilterra. Paesi che contano. Non solo: Ceferin chieda notizie della Var a Pierluigi Collina, che conosce bene. Nella prossima Champions ci saranno 4 squadre italiane, in ballo decine di milioni. È assurdo dire no alla Var: magari, se ci sono difficoltà organizzative, si potrebbe partire dall’eliminazione diretta e non dai gironi. Ceferin è stato eletto anche con il voto italiano, Michele Uva è vicepresidente Uefa: convinca il suo presidente che indietro non si può tornare. Le gelosie lasciamole stare: Fifa e Uefa, almeno su alcuni progetti, devono viaggiare di pari passo.
Giochi invernali 2026, Torino e Milano litigano. E Malagò aspetta il nuovo governo
Ci risiamo Milano e Torino litigano: entrambe le città vogliono candidarsi per le Olimpiadi invernali del 2026. In passato ci fu Venezia che sfidò Roma per i Giochi estivi ma il Coni (di Petrucci) scelse la Capitale. Adesso che fa Malagò? Sta a guardare, le grandi sfide gli piacciono, eccome, ma saggiamente aspetta che ci sia il nuovo governo. Poi si muoverà. Milano non ha impianti, Torino sì perché ha già ospitato i Giochi nel 2006. Ma bisogna partire col piede giusto e uniti più che mai, lo sa bene Malagò, prossimo membro Cio.
Rai Sport: buoni ascolti con la Coppa Italia di volley e basket
Buoni ascolti su Rai Sport Hd per le finali di Coppa Italia: il volley femminile ha fatto più di tutti (206.961 spettatori), il volley maschile 201.558 e il basket maschile 177.084.
Fulvio Bianchi, dalla sua rubrica Spy Calcio, Repubblica.it