Due le caselle certe nella sqaudra di governo pentastellata: il generale dell’Arma Costa all’Ambiente, l’economista Fioramonti allo Sviluppo economico
L’economista Lorenzo Fioramonti accetta di buon grado di fare in caso di vittoria 5 Stelle il ministro dello Sviluppo economico, il giornalista (e presidente della Mens Sana Siena) Guido Bagatta rifiuta il dicastero dello Sport. Prosegue intanto il tour elettorale del M5s a 5 giorni dalle elezioni. Alessandro Di Battista, il campione olimpico Domenico Fioravanti e il tecnico del Pescara, Zdenek Zeman, saranno domani a Pescara dalle 11 all’Aurum per l’incontro pubblico su Sport e Legalità. Un evento aperto a tutti e organizzato dal M5S per presentare il programma di Governo sullo sport.
Il Movimento 5 stelle svela il secondo nome della squadra di governo in caso di vittoria. È Fioramonti, 41 anni, professore di Economia politica all’Università sudafricana di Pretoria, che in caso di vittoria sarà indicato nel ruolo di ministro dello Sviluppo economico. Il docente è candidato nel collegio uninominale a Roma per il movimento.”Accetto con orgoglio la candidatura a Ministro dello Sviluppo Economico”, scrive l’economista su Facebook. “Sono cosciente della grande responsabilità che appartiene all’incarico e dell’importanza di un approccio nuovo allo sviluppo sostenibile per il Paese. Finalmente la possibilità di mettere in pratica ricerche che conduco da oltre un decennio”, aggiunge.
Di tenore opposto la dichiarazione di Bagatta. “Non nascondo che ci sia stato un piacevole confronto con Luigi Di Maio – afferma – insieme abbiamo però deciso che per una serie di problematiche legate alla mia attività di giornalista ed imprenditore non ci sono, al momento, le condizioni per ipotizzare un impegno istituzionale così importante”.
Il primo nome fatto da Luigi Di Maio di un futuro ministro targato 5 Stelle è stato quello del generale dei carabinieri Sergio Costa, a cui spetterebbe il dicastero dell’Ambiente. In un’intervista al Corsera, Di Maio torna sulle polemiche a seguito della sua ‘visita’ al Colle, e difende la scelta fatta: “Mi risulta che al Quirinale non vi è stata alcuna irritazione”.”La mia scelta di comunicare al Colle la nostra proposta di squadra di governo è stata un atto di cortesia dettata proprio dalla consapevolezza e dal massimo rispetto delle prerogative del presidente”. Insomma, spiega ancora il candidato premier pentastellato, “il mio è stato un atto di cortesia. A storcere il naso sono stati gli altri partiti, ma comprendo il loro fastidio nel vedere che il M5S ha già le idee chiare sulla squadra e sulle cose da fare”.
LaRepubblica