Golosi gli abitanti del Sud Italia e della Sicilia, pasta e pane vincono al Mezzogiorno mentre al Centro si impone la carne. Grassi e calorie abbondano nel Nord-Est
Pasta e pane al Sud, carne al Centro, più grassi e calorie nel Nord-Est, mentre al Nord Ovest trionfa il carrello healthy. È il caso di dire: regione che vai, spesa che trovi. Nel Paese che vanta il record di prodotti agroalimentari con indicazione di origine e un numero imprecisato di cucine regionali e locali, anche il sacchetto della spesa si riempie di prodotti diversi a seconda del territorio. A confermarlo è l’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy, che ha analizzato gli acquisti nei supermercati e ipermercati tra giugno 2016 e giugno 2017, tracciando una mappa dei gusti e delle preferenze nelle quattro principali aree del Paese. Sono i residenti nel Nord Ovest ad avere la dieta più attenta e salutista. È tra Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia che i consumatori scelgono alimenti a più basso apporto calorico, con meno carboidrati, meno zuccheri e più fibre. Una tendenza che sembra accentuarsi nel tempo: il monitoraggio ha evidenziato che nei 12 mesi analizzati l’attenzione verso alimenti a minor contenuto di zuccheri è cresciuta in maniera più significativa rispetto al trend nazionale, registrando un -0,5 per cento contro il -0,1 per cento della media nazionale. Assieme ad alimenti più leggeri, piemontesi, valdostani, lombardi e liguri tendono a prediligere quelli a più alto contenuto di fibre, che costituiscono all’interno della dieta il 2,1% dei nutrienti, contro l’1,9 per cento di media nazionale. È invece un approccio decisamente più conservatore e meno healthy quello che caratterizza la spesa dei residenti nelle regioni del Nord Est, e cioè Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia. Qui si preferiscono cibi più calorici (la media per alimento è di 185,4 contro le 184,8 di quella nazionale), più ricchi di grassi e più poveri di carboidrati e fibre, ed è in queste aree – non per caso siamo nel cuore della Food Valley italiana, dove il binomio cibo e tradizione ha uno stretto legame con l’economia – che la cultura gastronomica tiene banco sulle tavole e gli acquisti sono “maggiormente legati ad abitudini di consumo già consolidate“. “Quest’area – si legge nel rapporto Nielsen – è la meno dinamica in termini di cambiamenti nel menù quotidiano“. Spostandosi qualche chilometro più a Sud ecco che il carrello si modifica ancora. Sono infatti le proteine a caratterizzare le abitudini alimentari delle regioni del Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, a cui si aggiunge la Sardegna), mentre resta basso il consumo di carboidrati, zuccheri e fibre. Largo spazio insomma a carne, legumi e formaggi, anche se in questa zona le abitudini non sono impermeabili ai cambiamenti: nei 12 mesi analizzati, sottolinea il rapporto, le variazioni degli apporti di fibre, carboidrati e zuccheri sono state maggiori rispetto alla media nazionale. Sono invece golosi gli abitanti del Sud Italia e della Sicilia, campioni per consumo di carboidrati e zuccheri. Nel Meridione pasta e pane forniscono il 22,3 per cento delle calorie totali (contro il 20,8 per cento della media italiana) e crescono dello 0,4 per cento nell’ultimo anno. Più di tutto, però, dall’analisi del carrello resta evidente come qui più che altrove la dieta resti legata la modello mediterraneo, più leggero e salutare. Se infatti gli zuccheri rappresentano il 9 per cento delle calorie ingerite, dall’analisi appare evidente che gli italiani del Sud tendono a selezionare prodotti con un contenuto di grassi e di grassi saturi inferiore alla media nazionale.
La Repubblica