Il gruppo dovrà pagare 375 milioni di dollari entro inizio agosto
Il celebre produttore di chitarre Gibson, i cui strumenti sono passati nelle mani, tra gli altri, di John Lennon ed Elvis Presley, rischia la bancarotta. L’azienda con sede a Nashville, nel Tennessee, che ha più di cento anni (Orville Gibson cominciò a costruire mandolini nel 1894 a Kalamazoo, in Michigan), ha accolto oggi il nuovo chief financial officer Benson Woo, che cercherà di salvarla dal mare di debiti in cui rischia di affogare.
La società ha contestualmente diffuso una nota in cui riferisce che Gibson Brands, che vende anche sistemi audio per il grande pubblico e per professionisti, sta «attualmente» lavorando con una banca per stabilire un piano di rifinanziamento del debito. Secondo il Nashville Post, il gruppo dovrà pagare 375 milioni di dollari entro inizio agosto, quando scadrà il prestito obbligazionario. Oltre a questo, un prestito bancario di 145 milioni scadrà in tempi brevi, a meno che non venga rifinanziato prima del 23 luglio.
«Stiamo monetizzando gli assett che non hanno raggiunto risultati soddisfacenti», ha spiegato l’ad Henry Juszkiewicz, «è importante tornare al successo economico, solo così potremo rifinanziare la società». Secondo Juszkiewicz la sezione strumenti musicali è ancora in salute ma non produce guadagni al livello delle aspettative. Da qui la revisione completa del bilancio e della strategia del gruppo, nella speranza di «ripagare completamente i debiti nei prossimi anni». Tra le star le cui dita hanno accarezzato e fatto vibrare le corde delle Les Paul, le SG, le Flying V Gibson, ci sono B.B. King, Keith Richards (Rolling Stones), Jimmy Page (Led Zeppelin), Bob Marley, Carlos Santana e molti altri.
La Stampa