Citigroup ha annunciato di aver aumentato la retribuzione dell’amministratore delegato Michael Corbat di quasi la metà nel 2017. Un anno in cui la banca americana ha aumentato i profitti operativi ma non è riuscita a raggiungere gli obiettivi finanziari
La banca d’affari Citigroup ha annunciato di aver aumentato la retribuzione dell’amministratore delegato Michael Corbat di quasi la metà raggiungendo una paga di 23 milioni di dollari per il 2017. Un anno in cui la banca americana ha aumentato i profitti operativi ma non è riuscita a raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti. Anche altri Ceo di istituti di credito Usa hanno ricevuto aumenti analoghi, ma quello di Corbat è superiore a quello dei suoi colleghi ed è stato criticato anche a Wall Street per non essere in linea con le performance aziendali. Questo aumento porta la busta paga del banchiere 57enne in linea con quella di Brian Moynihan alla Bank of America ed è di poco inferiore a quella di Lloyd Blankfein a Goldman Sachs, che venerdì scorso gli ha riconosciuto un aumento del 9% a 24 milioni di dollari. Jamie Dimon di JPMorgan rimane comunque il top manager meglio pagato, con 29,5 milioni di dollari di retribuzione. Oltre a un bonus in denaro annuale di 6,5 milioni e uno stipendio base di 1,5 milioni, a Corbat sono stati concessi incentivi posticipati, che sono soggetti a performance nei prossimi quattro anni, per un valore di 15 milioni. Alcuni azionisti di Citi hanno contestato questo aumento. Più di un terzo dei voti in assemblea dei soci si è espresso contro questo pacchetto riservato a Corbat dopo che la banca gli aveva recapitato un precedente aumento del 27%. Il comitato remunerazioni di Citi – il cui presidente Bill Thompson, l’ex capo Pimco, ha lasciato il consiglio l’anno scorso ed è stato sostituito da Duncan Hennes – venerdì ha fornito diverse ragioni. Soprattutto l’ok della Federal Reserve per distribuire 19 miliardi agli azionisti, oltre al “rapporto di efficienza” della banca, che si è concluso lo scorso anno in linea con un obiettivo dichiarato.
L’anno scorso Citi ha dichiarato la sua prima perdita annuale dal 2009, sebbene ciò sia stato innescato da una questione di contabilità relativa alla nuova legge fiscale statunitense voluta da Donald Trump. «Oltre ai risultati operativi positivi di Citi, il comitato ha preso in considerazione i livelli di remunerazione del mercato per il ruolo di CEO presso le istituzioni di pari livello e il rendimento complessivo degli azionisti di Citi significativamente migliorato», si è giustificata la banca. Dennis Kelleher, di Better Markets, ha definito l’aumento di stipendio come «indifendibile» e ha notato che Citi ha avuto problemi a raggiungere gli obiettivi finanziari.
Il mese scorso la banca ha detto che i tagli alle imposte societarie statunitensi avrebbero aiutato a superare gli obiettivi prefissati e dovrebbero essere in grado di generare un rendimento «prossimo al 10,5 per cento» quest’anno.
Il Corriere della Sera