Cisco Systems, multinazionale specializzata in apparati di networking, vuole far rientrare negli Usa 67 miliardi di dollari del capitale detenuto all’estero nel trimestre in corso, in scia alla nuova riforma fiscale statunitense.
La societa’ prevede di impiegare gran parte del capitale rimpatriato in buyback e nel pagamento dei dividendi, per un valore complessivo di 44 miliardi di dollari entro i prossimi due anni.
Alcuni critici della riforma fiscale statunitense hanno detto che l’incremento dei buyback e dei dividendi dimostrano che il capitale risparmiato andra’ nelle tasche degli azionisti piuttosto che in investimenti in aree quali occupazione, infrastrutture, R&D e affini.
Tuttavia, gli investitori hanno accolto positivamente la decisione di Cisco.
A fine trimestre, Cisco deteneva circa 73,7 miliardi di disponibilita’ liquide e mezzi equivalenti, per la maggior parte fuori dagli Usa. Con la nuova riforma fiscale, la societa’ potra’ accedere al proprio capitale a un’aliquota nettamente inferiore rispetto a prima.
La multinazionale statunitense ha anche alzato il dividendo trimestrale da 29 a 33 centesimi e ha aggiunto 25 miliardi di dollari al suo piano di buyback, portando il valore complessivo a 31 miliardi di dollari, che la societa’ intende impiegare nel corso dei prossimi due anni.
La riforma fiscale ha ridotto gli utili di 11,1 miliardi di dollari, inclusi i 9 miliardi di dollari necessari per il rimpatrio dei capitali.
Nel secondo trimestre del 2018, Cisco ha visto crescere i propri ricavi del 2,6% a 11,89 miliardi di dollari, superando gli 11,81 miliardi di dollari previsti dagli analisti di Thomson Reuters.
I ricavi derivanti dalla vendita di prodotti, che rappresentano il 73% di quelli complessivi, sono aumentati del 2,6%.
I ricavi dei servizi, un segmento che Cisco ha cercato di espandere, sono cresciuti del 2,9%. La societa’, infatti, ha portato a termine una serie di acquisizioni per ampliare la gamma di servizi per i suoi clienti corporate, in modo da ridurre la dipendenza dal mercato dell’hardware. Nei tre mesi in questione, Cisco ha riacquistato azioni per 4 miliardi di dollari.
Ad ogni modo, la societa’ ha chiuso il secondo trimestre con una perdita di 8,8 miliardi di dollari (1,78 usd/azione), mentre lo scorso anno aveva registrato un utile netto di 2,3 miliardi di dollari (0,47 usd/azione). Su base adjusted, che esclude l’impatto della riforma fiscale Usa e altri oneri, l’Eps si e’ attestato a 63 centesimi, superando i 59 previsti dagli analisti.
Nel trimestre in corso, invece, Cisco si aspetta una crescita dei ricavi tra il 3-5% e un Eps adjusted tra 64-66 centesimi, piu’ dei 63 centesimi stimati dagli analisti.
ItaliaOggi