La procura di Roma indaga per violenza sessuale, e non più per molestie, nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto il noto regista cinematografico Fausto Brizzi, accusato da tre attrici di aver abusato di loro. Delle tre querele arrivate a piazzale Clodio, però, solamente una sarebbe utilizzabile perché le altre due potrebbero essere giunte nelle mani del procuratore aggiunto, Maria Monteleone, fuori tempo massimo.
Nei reati di natura sessuale, infatti, si può procedere solamente per fatti risalenti a sei mesi prima della denuncia. E sembra essere proprio questo il caso dell’ultima querela arrivata ai magistrati romani. La terza ragazza avrebbe, infatti, denunciato rapporti avuti da agosto in poi fino almeno ai primi di novembre. E quindi, se dovesse essere accertata la violenza, si potrebbe procedere a carico di Brizzi.
Il caso era esploso nei mesi scorsi, a pochissima distanza dalla vicenda di Harvey Weinsten che ha ribaltato Hollywood, quando Dino Giarrusso, ex inviato dei «Le Iene» e oggi candidato del Movimento 5 Stelle, intervistò alcune attrici che raccontavano di scene in parte simili, avvenute in un appartamento nel quartiere romano di San Lorenzo. Le ragazze, spiegava Giarrusso, «non si conoscono tra loro». Inizialmente il nome di Brizzi non viene rivelato. In tv si parla genericamente di un «regista di poco più di 40 anni». Poi lo scandalo viene reso pubblico: l’11 novembre 2017, a parlare del regista sono il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero» spiegando che «il suo nome era circolato sui social network poche ore dopo la denuncia pubblica di alcune attrici». La Warner Bros ha fatto sparire il nome del regista, per quanto possibile, dal film Poveri ma bellissimi uscito a Natale. «Brizzi ad oggi non è iscritto sul registro degli indagati», ha detto a La Stampa il legale dell’uomo, l’avvocato Antonio Marino che poi ha ribadito: «In relazione alla notizia pubblicata su alcuni quotidiani nazionali riguardante il signor Fausto Brizzi – ha scritto in una nota veicolata alle agenzie di stampa l’avvocato del regista, Antonio Marino – rappresento che ad oggi, anche a seguito di una verifica effettuata nel corso della mattinata odierna, non risultano iscrizioni a suo carico presso la procura di Roma. Il mio assistito, come già fatto in passato e in qualsiasi presente e futura circostanza, ribadisce di non aver mai avuto nella sua vita rapporti che non fossero consenzienti».
La Stampa