L’imprenditore veneto, ex assessore alle partecipate nella giunta Raggi, al Corriere: “Di economia capisce poco. Adatta il socialismo reale al terzo millennio. E immagina un modello di società che non deve creare ricchezza, dove le imprese le finanzia lo Stato”. Reddito di cittadinanza: “Gli chiedevo: chi paga? Lui non lo spiega, ma si capisce benissimo: tasse su patrimoni, eredità, rendite speculative”
“Grillo? Vuole ridurre l’Italia come il Venezuela“. Lo spettro di un regime a 5 stelle non è la banale bordata dell’avversario in campagna elettorale, ma il pesantissimo giudizio di un ex inside man. O meglio, di un imprenditore coinvolto dal movimento nell’esperienza della giunta Raggi a Roma. Si tratta di Massimo Colomban, 68 anni, fino allo scorso ottobre assessore alle partecipate del Comune capitolino, intervistato da Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera. L’articolo raccoglie le “confessioni” dell’imprenditore veneto, fondatore e presidente onorario di Permasteelise, multinazionale dell’edilizia specializzata in grandi opere destinate a lasciare un segno. Per la sua esperienza, si legge, era stato chiamato a dare una mano alla sindaca Virginia “con l’intesa – rivela – che poi avrei scritto il programma di riforme per l’Italia“. Ma è andata molto diversamente. Colomban ha alzato bandiera bianca all’idea di “cambiare il Movimento5 stelle. Più facile – afferma nell’intervista – vestire gli edifici con vetro e metallo che togliere la camicia rossa ai grillini“. Soprattutto, impossibile cambiare Grillo. E qui si ritorna a quel pesantissimo giudizio iniziale, per entrare in dettaglio nel ritratto del leader che si evince dalle parole di Colomban. “Adatta il socialismo reale al terzo millennio – dice l’imprenditore in un passaggio -. Di economia capisce poco. Se affronti una questione seria svia il discorso, prende tempo”. L’affondo, qualche riga più avanti. “Gli ho affibbiato vari soprannomi: Raùl, come il fratello di Fidel Castro, Chàvez, Maduro. ‘Vuoi ridurmi l’Italia come il Venezuela’, lo rimproveravo. Una cosa è sicura: se arriva al governo lo sviluppo si ferma. Grillo pensa che sia un pericolo“. L’Italia immaginata da Grillo, prosegue Colomban, “è un’utopia (…) un modello di società che non deve creare ricchezza. E pretende che a guidarlo sia lo Stato, con la Cassa depositi e prestiti a finanziare le imprese”. E si parla del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia grillino: “E io a dirgli, ma chi paga? – ricorda ancora Colomban – (Grillo) non lo spiega, ma si capisce benissimo dove andrà a parare. Tassa sui patrimoni. Tassa sulle eredità. Tassa sulle rendite speculative“. Colomban conclude così l’argomento reddito di cittadinanza: “Togliere alle imprese per dare a chi non fa neppure la fatica di cercarsi un lavoro è una follia“.
La Repubblica