Per la prima volta – nell’intero 2017 – i ricavi dalle sottoscrizioni hanno superato 1 miliardo di dollari, il 60% del fatturato. Le vendite dal digitale ammontano a 600 milioni. Titolo su in Borsa
Il digitale traina i conti del New York Times oltre le attese degli analisti, garantendo un aumento dei ricavi nell’ordine del centinaio di milioni tra il 2016 e il 2017 e contribuendo in maniera determinante a spingere le vendite da abbonamenti sopra il miliardo di dollari.
New York Times Company, l’editore dell’omonimo quotidiano newyorkese, ha chiuso il quarto trimestre del 2017 in perdita. Tra ottobre e dicembre, il gruppo ha registrato un rosso di 57,84 milioni di dollari contro gli utili per 37,63 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. Ma se si escludendo le voci straordinarie, l’utile è cresciuto a 39 centesimi da 30 centesimi per azione, sopra le stime del mercato per 29 centesimi per titolo. Il fatturato è salito del 10,1% a 484,1 milioni di dollari da 439,7 milioni, oltre il consenso per 467 milioni.
Nel dettaglio, spiega il comunicato diffuso dall’azienda nella serata di giovedì, le vendite da abbonamenti sono aumentate del 19,2% mentre quelle da inserzioni pubblicitarie sono scese dell’1,3%. Le vendite esclusivamente digitali hanno generato un fatturato di 96,3 milioni di dollari, in rialzo del 51,2% sul periodo ottobre-dicembre del 2016. Gli abbonamenti digitali sono stati circa 2,644 milioni alla fine del periodo, 157.000 in più rispetto al termine del terzo trimestre del 2017 e il 41,8% in più sul quarto trimestre del 2016. I fruitori di digital news – dopo che sono stati tagliati da 10 a 5 gli articoli gratuiti leggibili online – sono saliti di 99mila unità.
Il fatturato pubblicitario sul digitale è salito dell’8,5%, mentre quello su carta stampata è sceso dell’8,4%. Nel primo caso, il fatturato è stato di 84,2 milioni di dollari (pari al 46,1% del fatturato totale) contro i 77,6 milioni di dollari (41,9%) del quarto trimestre 2016. Come ha spiegato l’azienda, il rialzo è dovuto a un aumento delle vendite legate a smartphone e a contenuti brandizzati, che hanno parzialmente controbilanciato un calo continuo della pubblicità tradizionale su sito.
Nell’intero esercizio 2017, gli utili sono calati sull’anno precedente del 71,3% a 6,84 milioni di dollari; i ricavi sono stati di 1,675 miliardi di dollari, in rialzo del 7,7% sul 2016.
Mark Thompson, presidente e amministratore delegato della compagnia, ha commentato i conti dicendo che “il 2017 è stato un anno segnato da crescita e innovazione sia sul fronte giornalistico sia in quello aziendale.
Abbiamo avuto il migliore rialzo dei ricavi da anni, grazie alle vendite da abbonamenti digitali che sono salite di oltre 100 milioni di dollari anno su anno. Le vendite da abbonamenti hanno superato il miliardo nel 2017, o il 60% del fatturato annuo, un chiaro segnale che il nostro modello di business centrato sugli abbonamenti sta risultando un modo efficace per sostenere le nostre ambizioni giornalistiche”. Thompson si è detto soddisfatto del tasso di crescita degli abbonamenti digitale, in particolare della fidelizzazione di chi scelse di abbonarsi alla fine dello scorso anno. “Crediamo che continui a esserci una grande opportunità per continuare ad ampliare gli abbonamenti e continueremo a investire in aree di business che ci permetteranno di raggiungere quella crescita”, ha aggiunto il ceo. Ponendo l’accento sulla crescita a doppia cifra dei ricavi da pubblicità digitale a fronte delle “continue sfide” poste dalla pubblicità su carta stampata, thompson ha detto che le inserzioni “rappresentano solo un terzo dei ricavi totali di gruppo. Abbiamo finito l’anno con oltre 600 milioni di ricavi da digitale, cosa che ci mette sulla strada giusta per raggiungere l’obiettivo di 800 milioni (al 2020, ndr). Si tratta di un risultato che abbiamo raggiunto soltanto al secondo anno del piano quinquennale che abbiamo presentato nel 2015 nel documento sulla nostra strategia”.
Anche la Borsa sta premiando i numeri: negli ultimi 12 mesi, il titolo è salito del 54%. Tratta ormai ai massimi da oltre un decennio: segnale di fiducia sul fatto che gli abbonamenti online saliranno ancora.
Repubblica.it