“È una Sicilia vittima e ostaggio delle ammucchiate di centro destra e di centro sinistra, una Regione a guida di Gianfranco Micciché, e non di Nello Musumeci, ferma da 100 giorni. Lo avevamo detto in campagna elettorale che si sarebbe rischiato il caos. Non ci siamo sbagliati purtroppo”. Luigi Di Maio apre la seconda giornata di “rally” in Sicilia a Scicli, per un tour che oggi toccherà anche Palermo, e attacca il governo regionale: “Un assessore ai Rifiuti che si è dimesso dopo pochi giorni (Vincenzo Figuccia, ndr) – dice Di Maio – e che aspetta ancora di essere sostituito. Il sistema dei rifiuti ancora bloccato e la segretaria di Musumeci presidente del Consorzio autostrade siciliane sono lo specchio di una Sicilia che è nel caos”. “Sono passati 100 giorni dall’insediamento di Musumeci a presidente della Regione – aggiunge l’ex candidato governatore Giancarlo Cancelleri, che lo accompagna – ma finora il piatto piange. Non abbiamo visto nulla. Avremmo avuto bisogno di provvedimenti urgenti – ha aggiunto Cancelleri – ma sul piano delle proposte siamo fermi. Non c’è nulla. Spero che Musumeci si ravveda perché cinque anni di Rosario Crocetta sono stati pessimi, ma si può scendere ancora più basso. E per la Sicilia sarebbe la fine”.
Non sono giorni facili, però, per il movimento. Ieri la deputata uscente Chiara Di Benedetto ha lasciato i grillini in polemica per una candidatura nelle retrovie, e intanto a Palermo è entrato nel vivo il processo sulle firme false alle Amministrative del 2012, con nuove accuse ai fondatori del movimento nel capoluogo siciliano. A livello nazionale, invece, tengono banco i casi Dessì e Veneto. Di Maio, però, rilancia attaccando gli avversari: “Noi del M5s – dice – non ci sentiamo superiori agli altri, però ci siamo dati delle regole. E le abbiamo inasprite anche: quella dei due mandati è intoccabile, ti puoi candidare nel territorio in cui sei residente e che puoi rappresentare. Ovunque io vado in Italia trovo Maria Elena Boschi candidata. Paracadutata ovunque tranne che nel suo territorio, Arezzo, dove ha fatto quello che ha fatto con le banche”. Ad esempio, sostiene Di Maio, “sui soldi le nostre regole sono ferree perché possono corrompere anche gli animi più belli. Noi abbiamo rinunciato al vitalizio, a metà del nostro stipendio, e come parlamentari abbiamo lasciato 21 milioni di euro. Se ci sarà tra di noi qualcuno che sbaglierà o non rispettare le regole, nel Movimento non ci può stare più”. Anche perché, per il leader grillino, “nelle liste M5S non ci sono impresentabili: lo stesso Dessì è un incensurato. A differenza degli altri che fanno a gara a chi ha più galeotti nelle liste”. Sul caso Dessì, comunque, “avrete notizie a breve, è questione di ore”.
Poi, ovviamente, Di Maio si sofferma sui programmi per le Politiche: “Il vero rammarico – osserva ad esempio sui migranti, all’indomani del naufragio che a nord della Libia ha provocato 90 dispersi – è che l’Europa ha abbandonato la Sicilia e l’Italia. Non darei fondi europei a chi si sta rifiutando di accogliere i migranti che arrivano in Italia perché se è vero che siamo un’Europa solidale, abbiamo anche votato per redistribuire i migranti per quote negli altri paesi. Finché si rifiutano di accogliere migranti, stop ai fondi europei dal momento che come Italia diamo venti miliardi di fondi all’Europa”. Sul fronte fiscale, invece Di Maio promette di portare “la no tax area oltre i 10mila euro e 26 mila euro per le famiglie. Chi ha famiglia ed un reddito di 26.000 euro non paga tasse. Sull’aliquota Irpef, la rimodulazione servirà a per favorire il ceto medio con una manovra che toglierà i soldi con la spending review e li metterà nell’abbassamento delle tasse”. Poi l’attacco a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi: “Noi – dice Di Maio – abbiamo mantenuto le nostre promesse. Gli altri non hanno questa credibilità. I programmi elettorali sono importanti se chi ve li propone è credibile, altrimenti non perdete tempo, non leggeteli perché non valgono alcunché. Renzi e Berlusconi la smettano di illudere gli italiani. Berlusconi la ‘flat tax’ l’ha proposta nel 1994 e non l’ha fatta, il ‘Contratto con gli italiani’ del 2001 non l’ha mai osservato. Renzi parla di politiche per la famiglia: ha avuto tre anni, poteva governare bene e invece ha governato per gli affari suoi e per la banca della Boschi“.
Nella seconda tappa del suo tour, a Caltanissetta, Di Maio si occupa poi della sparatoria di Macerata: “Lancio un appello a tutti i leader dei partiti – commenta – stiamo in silenzio e non facciamo campagna elettorale sulla pelle della ragazza uccisa e dei feriti di oggi. Ho vistogià che è partita la querelle tra i partiti politici, con accuse reciproche. Io faccio un appello alla sobrietà e al rispetto sia dei feriti di oggi sia della vittima di qualche giorno fa. Non è possibile che anche su una tragedia del genere si debba iniziare a fare la campagna elettorale”.
Il candidato premier grillino contro Musumeci: “Il vero presidente è Miccichè”. L’affondo contro gli avversari: “Renzi e Berlusconi la smettano di illudere gli italiani”. Cancelleri: “Il piatto del governo piange”.