In cinquecento scrivono una lettera a Di Maio e Grillo e fondano un comitato: “Avevamo i requisiti per l’autocandidatura, non accettiamo l’etichetta di infiltrati, arrivisti e poltronari. Chi si è attribuito il potere di giudicare su presunte segnalazioni?”
La democrazia diretta del click inciampa nelle proteste degli esclusi alle Parlamentarie dei cinquestelle. Un gruppo di attivisti lasciati a casa prima ancora di raggiungere i blocchi di partenza ha costituito il comitato #annullatetutto, scrivendo una lettera a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio per chiedere trasparenza nelle decisioni prese, una materia prima non troppo diffusa nel Movimento.
I grillini indignati vengono dalla Puglia, e a sentir loro sarebbero cinquecento: “I sottoscritti, ‘non candidati’ e ‘candidati’ alle Parlamentarie in possesso dei requisiti formali per l’autocandidatura – scrivono – chiedono nel rispetto della trasparenza, della onorabilità delle persone e della democrazia, di conoscere la metodologia applicata per deliberare le numerose esclusioni realizzatesi con la pubblicazione dei profili votabili on-line”.
“Non possiamo accettare l’etichetta attribuita già il 16 gennaio attraverso i media cartacei e digitali – scrivono – di “infiltrati, arrivisti, indegni, scalatori e poltronisti”. Ne va della loro “onorabilità personale da difendere, tutelare e far rispettare”.
Il guaio sarebbe quel leggero venticello della calunnia, che a quanto pare spira così liberamente negli ingranaggi della politica digitale pentastellata da costringere gli stessi militanti a difendersi con le unghie: “Respingiamo fermamente le ipotesi circolanti riguardo le possibili segnalazioni addebitate a molti candidati. Se tutti segnalano tutti, chi decide? Con quale metodo, con quali criteri, avvalendosi di quali strumenti, applicando quali principi di legge e democrazia? Chi si è attribuito il potere di decidere e giudicare sulle presunte segnalazioni, sulla vita e sul valore delle persone, ed in che modo lo esercita?”.
La richiesta, a questo punto, è che Di Maio e Grillo “nelle loro rispettive qualità di portavoce e garante del Movimento, provvedano a intimare ai gestori della piattaforma Rousseau l’immediato annullamento in autotutela associativa delle Parlamentarie on-line” tenutesi il 16 e 17 gennaio per “tutelare la personalità morale e politica di ciascuno dei sottoscritti alla luce delle numerose anomalie” riscontrate, quali “la presenza nelle liste dei votabili di persone che non hanno trasmesso la documentazione necessaria”.
Paolo G. Brera, Repubblica.it