Nuovi dazi su pannelli solari e lavatrici. L’amministrazione Trump ha imposto nuove barriere doganali per proteggere la produzione americana: inizia così un 2018 di azioni sul commercio dure, soprattutto contro la Cina e contro il suo potere di penetrazione nei mercati internazionali.
“L’azione del presidente chiarisce ancora una volta che l’amministrazione Trump difende sempre i lavoratori, gli agricoltori, gli allevatori e le aziende americane”, ha detto in una nota il rappresentante del commercio degli Usa, Robert Lighthizer. Quest’anno le imposte doganali saliranno del 50% sulle importazioni delle lavatrici e poi nei prossimi anni diminuiranno. Allo stesso tempo le tariffe saranno combinate con un numero massimo di ingressi di lavatrici cinesi. Per quando riguarda i pannelli solari, settore controllato dai produttori cinesi, le tariffe invece saranno del 30%, e anche in questo caso scenderanno progressivamente nei prossimi anni. Le tariffe dureranno per i prossimi quattro anni sui pannelli solari, scendendo al 15% nell’ultimo anno, mentre saranno di tre anni per le lavatrici: saranno del 20% per le prime 1,2 milioni di unità e poi saliranno al 50% per le restanti.
La notizia è stata accolta in modo positivo dall’industria americana. Le azioni del produttore di pannelli First Solar sono salite dell’8% a Wall Street. I titoli del produttore di elettrodomestici americani, Whirpool, sono invece aumentate dell’1,8% in seguito alla notizia. La decisione, ha detto Lighthizer, è stata presa dopo un periodo di analisi indipendente guidata dalla International Trade Commission degli Stati Uniti.
La Cina considera invece i nuovi dazi un “abuso”. La decisione degli Stati Uniti, sostiene il capo dell’Ufficio per le indagini e i rimedi commerciali del ministero del Commercio di Pechino, Wang Hejun, “e’ un abuso di ricorsi ai rimedi commerciali e la Cina esprime forte insoddisfazione” a riguardo. “L’adozione di misure restrittive contro i pannelli solari importati e le lavatrici non e’ solo di detrimento a uno sviluppo salutare delle industrie negli Stati Uniti, ma peggiorera’ anche la situazione commerciale a livello globale”. La Cina, promette il funzionario del ministero del Commercio di Pechino, “lavorera’ con i membri del Wto”, l’Organizzazione mondiale del commercio, “per difendere con risolutezza i propri interessi legittimi, in risposta a un’erronea decisione degli Stati Uniti”.
Protesta anche la Corea del Sud. Si tratta di una decisione “eccessiva che apparentemente costituisce una violazione delle disposizioni del Wto”, ha detto il ministro del Commercio di Seul Kim Hyun-chong.
ItaliaOggi