Crescita prevista all’1,4% quest’anno, ma in rallentamento all’1,1% il prossimo. Le elezioni italiane rientrano nei “rischi” di vedere cambiare l’agenda economica e di riforma. Preoccupano anche le catastrofi climatiche
Il Fondo monetario internazionale migliora le stime sulla crescita italiana rispetto alle previsioni autunnali, anche se consegna al governo che uscirà dalle urne del 4 marzo uno scenario di rallentamento. Il Fmi ha aggiornato il suo World Economic Outlook, documento con le stime mondiali, in occasione del Forum di Davos e ha fissato per l’Italia un Pil a +1,6% nel 2017, +1,4% quest’anno e +1,1% il prossimo. Rispetto al Weo di ottobre, l’Italia ha guadagnato rispettivamente 0,3 e 0,2 punti di crescita stimata per il 2018 e il 2019.
2017 | 2018 | 2019 | var 2018 su WEO ottobre | var 2019 su WEO ottobre | |
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USA | 2,3 | 2,7 | 2,5 | 0,4 | 0,6 |
EUROZONA | 2,4 | 2,2 | 2 | 0,3 | 0,3 |
GERMANIA | 2,5 | 2,3 | 2 | 0,5 | 0,5 |
FRANCIA | 1,8 | 1,9 | 1,9 | 0,1 | 0 |
ITALIA | 1,6 | 1,4 | 1,1 | 0,3 | 0,2 |
SPAGNA | 3,1 | 2,4 | 2,1 | -0,1 | 0,1 |
GIAPPONE | 1,8 | 1,2 | 0,9 | 0,5 | 0,1 |
UK | 1,7 | 1,5 | 1,5 | 0 | -0,1 |
CANADA | 3 | 2,3 | 2 | 0,2 | 0,3 |
RUSSIA | 1,8 | 1,7 | 1,5 | 0,1 | 0 |
CINA | 6,8 | 6,6 | 6,4 | 0,1 | 0,1 |
Nella relazione si legge che “l’attività economica globale continua a consolidarsi”. A livello mondiale, il Fondo stima che nel 2017 siamo cresciuti del 3,7%, lo 0,1 in più delle ultime previsioni, con una base di crescita diffusa e rilevanti sorprese positive da Europa e Asia. Sulla scorta delle quali, per il 2018 gli economisti di Washington hanno alzato la stima di 0,2 punti al +3,9%. “La revisione riflette il miglioramento della spinta globale e l’impatto atteso dalle recenti riforme fiscali approvate negli Usa”. La riforma di Trump vale da sola la metà del miglioramento della stima di crescita: da qui al 2020 dovrebbe portare agli Usa un impulso pari all’1,2% cumulato di Pil, ma dal 2022 in avanti – visto che alcune misure sono temporanee – dovrebbe provocare un piccolo rallenamento.
Sul fronte dei rischi, il documento del Fmi guarda soprattutto all’eccesso di fiducia dei mercati finanziari, con valutazioni elevate e premi al rischio molto contenuti: si potrebbe generare una correzione dei valori sui listini, che potrebbe minare la crescita e soprattutto la fiducia. Cosa la potrebbe scatenare? Una inflazione in accelerazione inattesa nelle economie avanzate e una risalita dei tassi superiore alle previsioni.
Come spesso accade, il Fondo fa un richiamo alla politica – particolarmente sensibile per l’Italia che dibatte in campagna elettorale – dicendo che questa fase congiunturale estremamente positiva è una “opportunità ideale” per fare le riforme e che in una cornice di ottimismo dei mercati, assicurare la stabilità delle finanze pubbliche è un “imperativo”. Proprio le elezioni italiane sono citate, insieme a quelle di Brasile, Colombia e Messico, come fattori politici che potrebbero generare un cambio dell’agenda economica.
Sono nel capitolo dei “rischi”, che contempla anche i cambiamenti climatici con le recenti catastrofi naturali.
L’economia mondiale “sta prendendo velocità” ma “i legislatori e i leader politici devono essere consapevoli del fatto che questo slancio riflette una serie di fattori che difficilmente durerà per molto”, la sintesi data da Maurice Obstfeld, consigliere economico e direttore della ricerca del Fmi. “Siamo piuttosto ottimisti per le prospettive di breve termine, ma il medio termine ci dà qualche preoccupazione”, gli ha fatto eco la direttrice Christine Lagarde, secondo la quale “il compiacersi è uno dei rischi contro cui dobbiamo lottare” perchè “ci sentiamo incoraggiati ma non soddisfatti” dalla ripresa: “Ci sono ancora tante persone escluse della ripresa, un quinto dei paesi emergenti e in via di sviluppo ha visto il suo Pil pro capite calare nel 2017”.
Repubblica.it