Dati e statistiche per permettere ai musicisti di conoscere i propri fan al microscopio
Con un paio d’anni di ritardo rispetto a Spotify, Pandora e YouTube, anche Apple Music lancia una piattaforma destinata agli artisti, che fornisce dati statistici approfonditi sulle abitudini di ascolto, acquisto e di consumo dei propri fan. Per farsi perdonare il ritardo, Apple ha promesso che la sua piattaforma renderà possibile un’analisi di qualità superiore: non solo si potranno conoscere i numeri di streaming e acquisto delle singole canzoni e degli album (andando anche indietro nel tempo, fino al lancio di Apple Music), ma un pannello apposito mostrerà l’elenco dei fatti più importanti e dei traguardi ottenuti. Soprattutto, però, la piattaforma sarà una sorta di centro di controllo globale che consentirà ai musicisti (o ai manager) di verificherà l’andamento della loro musica in ognuna delle 115 nazioni in cui il servizio è presente. Sarà quindi possibile scoprire paesi in cui non si sapeva di avere successo, qual è la canzone più amata in ogni singola città italiana e analizzare in profondità il rapporto tra l’età degli ascoltatori e le canzoni da loro predilette.
Ma a cosa serve? Al di là degli aspetti più evidenti – scoprire di essere molto seguiti in una nazione può aprire opportunità importanti – è chiaro che conoscere le canzoni preferite in ogni singola città può avere un impatto decisivo sulla scaletta da eseguire a ogni concerto; mentre gli aspetti demografici possono variare la strategia marketing di paese in paese. Lo strumento non è ancora disponibile per tutti – per ora è stato diffuso solo a un campione di poche migliaia di artisti – ma dovrebbe diventarlo entro la primavera, per poi trasformarsi anche in una applicazione mobile. Tutti i musicisti presenti su Apple Music potranno utilizzarlo, ma secondo i dirigenti di Cupertino si rivelerà particolarmente utile per le band indipendenti, che non hanno alcun tipo di accesso a informazioni del genere: “Essendo un artista che ha a disposizione solo un piccolo team, gli analytics musicali sono qualcosa di cui non posso fare a meno”, ha spiegato il cantante R&B Daniel Caesar, coinvolto nella fase beta. “Non possiamo infatti fare affidamento sulle ricerche di mercato messe a disposizione dalle grandi etichette per capire dove tenere concerti o come pubblicizzare certe cose”. Se il vostro sogno nel cassetto è diventare cantante, vi conviene iscrivervi subito a un corso di analisi dei big data.
La Stampa